Sono trascorsi solo pochi giorni dall’uscita di Ubuntu 10.04 , ribattezzata Lucid Lynx , la nuova release LTS (ovvero con 3 anni di supporto previsti) della popolare distro Linux ( qui anche una prova di PcTuner ). Molti i cambiamenti sostanziali, e altrettanti quelli estetici: dal boot più rapido al nuovo tema grafico, all’integrazione dei social network nel desktop tramite MeMenu a molto altro. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Matt Asay , COO di Canonical, per chiarire alcuni dubbi e saperne di più:
Punto Informatico: LL promette di unificare il sistema distributivo delle applicazioni, vi state muovendo verso il modello “AppStore”?
Matt Asay: Sì e no. Sì nel senso, stiamo di certo attingendo dalla popolarità e familiarità che ormai gli utenti hanno verso gli app store e vogliamo costruire un’esperienza dove gli utenti possano con facilità scoprire e godersi una vasta gamma di software. Se l’implicazione del modello app store è “vi faremo pagare”, allora la risposta è che la maggior parte delle applicazioni disponibili sono e saranno open source e non ve le faremo mai pagare.
PI: Solo open source?
MA: Forniremo anche un certo numero di applicazioni libere ma non open-source, come facciamo ora attraverso un canale partner. Ed eventualmente potremmo pure fornire alcune applicazioni dietro un piccolo compenso. Ma l’obiettivo è di renderle tutte disponibili agli utenti in modo che possano trovare il software di cui hanno bisogno nel modo più facile possibile, il che aiuta gli autori a diffondere i propri prodotti.
PI: Ubuntu One Music Store , come d’altronde Ubuntu One e l’annunciata partnership con Yahoo! , tutti questi servizi sono intesi per rendere questa distro redditizia. Qual è il loro vantaggio rispetto ai preesistenti modelli di business?
MA: Supponendo che si intenda “vantaggi rispetto ai preesistenti modelli di business di Canonical stessa”, penso che al momento siano semplicemente un’estensione di come facciamo già affari. Il nostro business consiste nel vendere servizi a valore aggiunto riguardo Ubuntu, che è quel che facciamo sul desktop, server e cloud, e ora lo stiamo esprimendo attraverso Ubuntu One e Ubuntu One Music Store. Il loro vantaggio, in generale, è di dipendere dalla relativa ubiquità di Ubuntu, ma a loro volta contribuiscono ad accrescerne l’adozione rendendola una distro più accessibile e utile ad un maggiore bacino di clienti.
PI: I recenti drastici cambiamenti nel “look and feel” della GUI, su tutti lo spostamento a sinistra dei pulsanti delle finestre, hanno riscontrato critiche già dalle prime beta: d’altro canto quasi nessuno ha commentato in positivo o negativo sulle differenze intervenute sul fronte più tecnico (per citarne una, l’abbandono di HAL ). Gli utenti Ubuntu guardano più alla carrozzeria che a cosa accade sotto il cofano?
MA: Credo sia corretto dire che i nostri utenti siano interessati a entrambe. Un’auto può avere una linea elegante ma è solo un ornamento se il motore è fermo. Pertanto anche quelli che dicono di importarsi solo dell’UI hanno a cuore pure “cosa accade sotto il cofano”. Detto questo, nessuno può dire davvero cosa importi davvero agli Ubuntisti: ce ne sono svariati milioni e hanno un ampio spettro di interessi.
PI: Cosa dire allora, come risolvere la questione?
MA: Posso dirvi cosa importa a Canonical e alla community: ovvero fornire un bel sistema che giri estremamente bene su una vasta gamma di hardware e supporti una ancora più vasta gamma di periferiche. Si tratta di un’enorme quantità di lavoro sotto il cofano e nessuna decisione relativa alla GUI verrà presa se comprometterà l’esecuzione snella di Ubuntu per gli utenti. Stiamo espandendo l’universo Ubuntu oltre la folla di tecnofili entusiasti fino all’utente mainstream, ma non sacrificheremo mai la qualità della tecnologia sottostante in nome dell’esperienza nell’interfaccia.
PI: Alcune applicazioni popolari quali GIMP e Pidgin sono state escluse da questa nuova release per varie ragioni, qual’è la politica dietro la scelta di cosa includere e cosa no?
MA: Cerchiamo di includere di default i software migliori e più usati, tutto quel che ragionevolmente si possa infilare nell’ISO di un CD. Quando non possiamo, rendiamo quel software liberamente disponibile agli utenti via Web. Quindi qualsiasi utente che effettui l’upgrade alla 10.04 e che attualmente usi GIMP e Pidgin si aggiornerà mantenendo GIMP e Pidgin al loro posto. Chi invece compia una installazione ex-novo può sempre aggiungerli con un semplice click dal software center .
PI: È comunque un cambiamento significativo.
MA: Faccio notare che il nostro cambio di politica è solo che GIMP non viene più installato di default, sebbene sia ancora disponibile e del tutto supportato. Pidgin, al contrario, è stato rimpiazzato da Empathy, il quale fornisce funzionalità equivalenti nell’installazione di default. Nel caso di GIMP, abbiamo parlato coi gestori del progetto “upstream”, e hanno concordato col nostro approccio.
PI: Come avviene questo processo di selezione delle applicazioni?
MA: Le decisioni relative ai pacchetti e alle applicazioni sono di consueto dibattute apertamente negli Ubuntu Developer Summit (UDS) e nei forum, la decisione finale viene presa dal team del desktop team. Il nostro obiettivo è sempre di migliorare l’esperienza utente mantenendo il massimo della scelta.
PI: C’è qualcosa che avreste voluto in questa release ma che non ce l’ha fatta in tempo?
MA: Puoi sempre essere insoddisfatto, ma in tutta onestà posso dire che questa release ha superato di gran lunga le mie aspettative. È davvero il culmine delle innovazioni degli ultimi due anni e le migliorie nell’interfaccia mi hanno spiazzato. Sono un utente Mac di lungo corso e questa è la prima volta che mi trovo a mio agio nell’abbandonare i miei Mac (ne ho quattro) per Linux.
PI: Qualche menzione d’onore?
MA: Thunderbird 3, ad esempio, pur non essendo installato di default in Ubuntu, è fantastico. Ubuntu One ha presentato più di quanto aspettassi in termini di integrazione nel desktop, sincronia col cellulare e il music store è stupefacente. Quindi non ho una risposta facile alla vostra domanda. Sono sicuro mi verranno in mente dettagli mancanti, ma per allora la 10.10 avrà risolto tutto e mi avrà dato ancora di più.
PI: Le raccomandazioni finali.
MA: Questa è davvero la prima release di Linux – Ubuntu o altra distribuzione – che posso raccomandare a familiari e amici senza riserve. Si tratta di un abitante del desktop di prima classe.
a cura di Fabrizio Bartoloni