Roma – Conoscere le preferenze dei consumatori è un grande vantaggio per chi si occupa di commercio. Poterle monitorare può essere ancora più importante. La Grande Distribuzione Organizzata lo sa bene e oggi ha un’arma in più per profilare i propri clienti: il loro cellulare.
Chiunque si rechi a fare la spesa portandosi appresso il telefonino sa di essere reperibile. Ma crede di esserlo per i propri parenti, amici, colleghi, conoscenti, e per tutti coloro a cui il numero telefonico è noto. Non immagina che il fidato e riservato cellulare, portato nel taschino o in borsa, potrebbe essere utilizzato all’interno di un negozio o di un supermercato per controllare i suoi spostamenti.
Si tratta di un sistema di localizzazione e profilazione sviluppato da Path Intelligence : in un punto vendita vengono installati alcuni rilevatori che consentono – fin dall’ingresso di un nuovo utente nel locale – di censire gli utenti e di seguire gli spostamenti di ciascuno, per controllare che percorso segue e presso quali scaffali si sofferma. E di elaborare conclusioni relative, ad esempio, ai prodotti che suscitano più interesse e a quelli ignorati.
Allargando l’applicazione di questa tecnologia ad un centro commerciale, si può capire quali esercizi catturano maggiormente l’attenzione dei clienti, quanti clienti sono presenti nell’area in un certo orario, e così via.
Il cliente, spiega Times Online , viene localizzato con una tecnologia che effettua rilevazioni periodiche sui segnali emessi dai telefonini. Il sistema localizza e tiene sotto controllo un determinato apparecchio registrandone l’ingresso e gli spostamenti nell’area di copertura dei rilevatori (dotati di piccole antenne paraboliche dislocate sulle pareti del punto vendita). Non è possibile rilevare alcun dato personale in esso memorizzato: l’unica informazione “catturabile” è il codice IMEI, che può ricondurre al paese in cui quel telefonino (e quindi quell’utente) è stato registrato.
La direzione del centro commerciale Gunwharf Quays di Portsmouth, in seguito all’introduzione di questo sistema, ha scoperto che la cattedrale del consumo viene sistematicamente visitata da un’elevata percentuale di clienti provenienti dalla Germania, un’informazione che potrebbe essere utilizzata per offerte e campagne promozionali mirate, o semplicemente per aggiungere una segnaletica in lingua tedesca.
L’ Information Commissioner’s Office , l’omologo britannico del Garante della Privacy italiano, ha già manifestato alcune perplessità in merito all’utilizzo di questa tecnologia: “Saremmo molto preoccupati se questo sistema dovesse venire utilizzato in abbinamento ad altre soluzioni in grado di rilevare informazioni personali, con l’intento di attuare una profilazione dei consumatori e delle loro abitudini di spesa”.
Una possibilità che Path Intelligence esclude, ma che verosimilmente potrebbe essere realizzata con l’ausilio di tecnologie elaborate in collaborazione degli operatori di telefonia mobile, che consentirebbero quindi di incrociare i propri database con i codici IMEI rilevati dai centri commerciali.
Dario Bonacina