40 milioni di euro per SPID sono davvero mal spesi?

40 milioni di euro per SPID sono davvero mal spesi?

Una riflessione sulla spesa pubblica necessaria al mantenimento di SPID e all'eventuale abbandono del sistema in favore della CIE.
40 milioni di euro per SPID sono davvero mal spesi?
Una riflessione sulla spesa pubblica necessaria al mantenimento di SPID e all'eventuale abbandono del sistema in favore della CIE.

Quella posta nel titolo è una domanda su cui invitiamo a riflettere e per la quale non abbiamo una risposta. Perché, alla fine, il nocciolo della questione è da ricercare proprio nel costo di mantenimento di SPID, un sistema che rischia di salutarci tra un anno. Non nella sua sovrapposizione a quanto è e sarà possibile fare con CIE (carta di identità elettronica): dopotutto, se non si trattasse di un problema meramente economico, perché disfarsi di un sistema largamente diffuso e utilizzato quotidianamente dai cittadini?

L’addio a SPID farebbe risparmiare…

I fatti sono questi. Il governo, lo stesso che ormai da tempo spinge per un passaggio di consegne, nelle scorse settimane ha stanziato 40 milioni di euro per rinnovare gli accordi con i provider coinvolti nell’iniziativa, contribuendo a coprire i costi sostenuti. Potrebbe però essere l’ultimo assegno staccato, come si evince dalle dichiarazioni di alcuni esponenti dell’esecutivo, in particolare dalle parole di Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione.

Il nostro obiettivo è rafforzare il sistema di identità digitale in un’ottica di efficienza e interoperabilità, garantendo continuità e sostenibilità agli operatori del settore.

La parola chiave, qui, è efficienza. Se accostata al principio di sostenibilità economica che ogni buon amministratore pubblico non solo è legittimato, ma è anche in dovere di perseguire, si traduce inevitabilmente nella prospettiva di un taglio.

… ma sarebbe davvero conveniente?

Vale però davvero la pena abbandonare SPID per risparmiare 40 milioni di euro all’anno?

I numeri ufficiali del monitoraggio ci dicono che sono 40 milioni o poco più anche le identità fin qui erogate. Al netto di chi ne gestisce più di una (la possibilità è prevista), possiamo affermare che il costo della tecnologia ammonta a 1 euro all’anno per ogni cittadino che ha scelto di richiederla. Complessivamente, la spesa non è trascurabile, ma il beneficio derivante dalla sua eliminazione dalle voci del bilancio pubblico giustifica il privare gli italiani di un sistema con cui hanno ora preso confidenza, non sempre senza passare attraverso una serie di difficoltà?

I tempi in cui SPID è stato imposto dall’alto, attraverso una politica di adozione quasi forzata, li ricordiamo bene. Ci riferiamo, ad esempio, a quando realtà come INPS e Agenzia delle Entrate hanno scelto di percorrere questa strada, nel nome di una semplificazione che molti hanno fatto fatica a digerire. Non sarà facile spiegare il perché di un addio a pochi anni di distanza dall’introduzione, considerando altresì come diversi provider stiano monetizzando il loro impegno su questo fronte, oltre a incassare parte di quei 40 milioni di soldi nostri.

Al tempo stesso, vale la pena sottolineare che le CIE emesse hanno superato la quota dei 51 milioni. Purtroppo il nuovo sito dell’app IO ha incomprensibilmente eliminato la sezione che rendeva note le statistiche ufficiali in merito ai metodi di autenticazione impiegati, utili per capire come SPID fosse quello preferito dalla grande maggioranza degli italiani.

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Pubblicato il
20 mar 2025
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