Paolo Zangrillo, Ministro per la Pubblica Amministrazione, è tornato a pronunciarsi sulla delicata questione relativa al futuro di SPID e sulla possibile dismissione dello strumento in favore di un ipotetico passaggio di consegne a CIE, di fatto ribadendo quanto già dichiarato nei mesi scorsi: avanti così. La volontà è quella di continuare a impiegare i due strumenti facendoli coesistere, nonostante le pressioni esercitate anche dall’interno dell’esecutivo.
Paolo Zangrillo (Ministro PA) sul futuro di SPID e CIE
Secondo le statistiche ufficiali condivise da AgID, a inizio marzo il numero delle identità digitali erogate ai cittadini era pari a circa 34,4 milioni. Dal Viminale si apprende invece che le Carte d’Identità Digitali Attivate sono 34,3 milioni.
In merito alle modalità di autenticazione ai servizi della PA che fanno leva sul Sistema Pubblico di identità Digitale e sulla Carta d’Identità Digitale, Zangrillo ha affermato che Continueremo a utilizzarle finché non avremo una formula migliore
, in occasione di un incontro andato in scena a Napoli. Una visione condivisa, tra gli altri, anche dal Presidente di INPS, Pasquale Tridico.
Quella formula migliore a cui fa riferimento non può che essere rappresentata uno strumento evoluto, realizzato sulla base delle indicazioni fornite a livello continentale e che possa essere impiegato al di là dei confini nazionali, in tutta Europa.
SPID e CIE sono due realtà che esistono e che usiamo. Poi, io penso che dobbiamo andare verso uno strumento di identità digitale che sia unico e valido non soltanto in Italia, ma oltre i confini italiani, in Europa.
Come abbiamo già avuto modo di scrivere in più occasioni, la strada verso la semplificazione rischia di rivelarsi eccessivamente complicata. Si tornerà a discutere. L’urgenza è ora il rinnovo delle convenzioni con i gestori di SPID, ancora sul tavolo, uno dei quali (Intesa) ha già deciso di interrompere il proprio impegno a partire da aprile.