Spirit è in panne, Nasa al lavoro

Spirit è in panne, Nasa al lavoro

Il rover marziano non risponde ai comandi, ma non è ancora spacciato. Nel frattempo NASA lavora a nuove missioni, per guardare alla Terra e oltre
Il rover marziano non risponde ai comandi, ma non è ancora spacciato. Nel frattempo NASA lavora a nuove missioni, per guardare alla Terra e oltre

Doveva durare tre mesi, e invece per il momento ha resistito cinque anni. Spirit, gemello fortunato dell’ altro rover di esplorazione extraterrestre Opportunity, da qualche giorno non risponde ai comandi : non è chiaro quali siano le cause dell’evento, né quale sia l’effettiva portata del problema. I tecnici NASA, tuttavia, si dichiarano ottimisti: Spirit si può ancora salvare e potrà, se tutto va bene, continuare a raccogliere preziosi dati sul Pianeta Rosso meravigliando tutti con la sua longevità.

Secondo quanto riferito dalla squadra che controlla il robot, al momento si sta lavorando alla creazione di una batteria di test che spieghi in quali condizioni versi Spirit. Circa una settimana fa il rover ha infatti inviato a Terra la conferma che i comandi per gli spostamenti programmati per il giorno erano stati registrati, ma da quel momento in avanti ha smesso di muoversi : i dati raccolti nel corso delle 24 ore, poi, non sono stati registrati nella memoria flash che funge da disco rigido, fatto che induce gli scienziati a ritenere che Spirit possa essere entrato in una modalità di emergenza che archivia temporaneamente i dati in RAM.

Il Jet Propulsion Lab ( JPL ), vale a dire l’ufficio NASA che coordina la missione dei due rover, ha anche tentato di impartire a Spirit un semplice comando per testare le sue doti di orientamento: al robot è stato chiesto di inquadrare il Sole con la sua telecamera, ma anche in questo caso il test ha avuto esito negativo visto che, dopo che lo spostamento era stato eseguito, al centro dell’obiettivo non c’era affatto la stella. Nei prossimi giorni, quindi, verranno eseguiti tutta una serie di test per tentare di rimettere in sesto Spirit: il suo gemello è andato avanti per quattro anni con una ruota malconcia , e dunque non è detto che anche lui non si riveli un osso davvero duro.

D’altra parte, il successo delle missioni marziane di NASA non può che essere confermato anche dalla missione Phonenix : il piccolo laboratorio chimico portatile, spentosi lo scorso novembre, ha raccolto molti dati preziosi sulla struttura del quarto pianeta e potrebbe risorgere entro la primavera. Una possibilità in cui sperano molto gli scienziati, visto che la crisi economica e i continui tagli di bilancio imposti dall’amministrazione hanno rinviato di almeno due anni l’arrivo della prossima sonda automatica sul suolo marziano. La presenza, e l’attività di Odissey (la sonda madre dei rover), Spirit e Opportunity, assume un ruolo cruciale per continuare l’esplorazione nel frattempo.

Dovendo stringere un po’ la cinghia, e in attesa che i programmi per il volo umano completino il proprio percorso, al momento i programmi NASA si concentrano sulle sonde da spedire in orbita alla Terra: con un occhio rivolto verso il nostro pianeta e l’altro verso lo spazio profondo. È il caso di Orbiting Carbon Observatory ( OCO ), sonda in partenza entro la fine di febbraio – al momento la data di lancio prevista è il 23 – costata 278 milioni di dollari e il cui compito sarà indagare sul riscaldamento globale : misurando la concentrazione di anidride carbonica sulla superficie terrestre, consentirà agli scienziati di approfondire le loro conoscenze sul ciclo del carbonio, aumentando così anche la comprensione dei fenomeni causati dall’inquinamento che conducono alle mutazioni climatiche.

Da tutt’altra parte guarderà invece Kepler , un telescopio orbitante in partenza il 5 marzo che si occuperà di dare la caccia ai pianeti extra-solari. Sebbene ne siano stati individuati oltre 300 fino ad oggi, le informazioni sulle reali caratteristiche di questi oggetti rimangono al momento piuttosto frammentarie. Con la sua fotocamera da 95 megapixel , Kepler tenterà di andare alla ricerca di altri oggetti sconosciuti nella Via Lattea, nella speranza magari di scovare un altro pianeta in grado di ospitare la vita: al momento non se ne conosce nessuno, a parte la Terra, e gli addetti ai lavori sono curiosi di scoprire se si tratti unicamente di una lacuna nella conoscenza umana o se invece tutto questo non sia piuttosto indice di un trend generale della nostra galassia.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
2 feb 2009
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