Si chiama Spock come il vulcaniano della prima, indimenticabile crew del serial fantascientifico Star Trek ed è caratterizzato dalla stessa algida intelligenza speculativa, rivolta alla ricerca di informazioni sparse per l’ immensa mappa di Internet. Al contrario dei tradizionali motori di ricerca come Google, Yahoo! o Live Search di Microsoft, oggetto predefinito dello scandaglio di Spock sono le persone che hanno lasciato o lasciano traccia di sé sul web .
Il motore , ancora in stato di beta privata e attualmente chiuso per manutenzione, è uno dei tanti search engine specializzati nella ricerca verticale, focalizzata cioè su soggetti e business specifici : le query di ricerca, che in Google vengono interpretate in maniera generica, su Spock hanno valenza solo ed esclusivamente se rapportate alle personalità in rete.
C’è chi definisce Spock come una “variante” algoritmica del page rank di Google, che impiega come discriminante delle ricerche tutta una serie di parametri considerati importanti per l’individuazione delle persone : nome, sesso, età, occupazione e località sono solo alcuni di questi, e contribuiscono a raffinare i risultati che verranno infine presentati all’utente.
Caratteristica centrale dell’engine di Spock è l’impiego dei tag: le parole più frequenti che il crawler , il cercatore intelligente di informazioni sul web, estrae dalle sue scorribande automatizzate vengono trasformate in etichette , a cui sarà inoltre possibile affiancare tag personalizzati direttamente dagli utenti. Un’idea questa che rafforza ulteriormente la vocazione sociale del motore, facendolo rassomigliare a quello che potremmo considerare come uno dei primi – se non il primo – search engine costruito completamente intorno al concetto di web semantico , o 2.0 secondo la definizione più in voga al momento.
Le etichette saranno utili durante la ricerca da parte degli utenti, che potranno in tal modo ottenere dei risultati maggiormente pertinenti e definiti. Ad ulteriore esempio delle potenzialità del sistema si può citare l’importanza del tag “relazioni”, grazie al quale ogni persona sul web è legata assieme alle altre secondo rapporti variamente definiti. Un esempio chiarisce più di mille parole: se la parola “Chelsea” è connessa a “Clinton” essendo questo il nome della figlia dell’ex presidente americano Bill, “Bush” è rapportato a Clinton essendo il suo successore nella stanza dei bottoni della iper-potenza americana.
La vocazione prettamente sperimentale di Spock si nota chiaramente dall’apertura ai giudizi dei suoi utilizzatori , che possono “votare” su un particolare tag o relazione tra i soggetti ricercati per influenzare poi il riarrangiamento automatico dei dati raccolti nel database del motore.
Allo stato attuale dello sviluppo, una delle limitazioni principali di Spock è il fatto di raccogliere un maggior numero di informazioni sulle cosiddette “celebrità” , famose dentro ma soprattutto fuori del web, piuttosto che sulle persone comuni o la cui attività si limiti alla rete. Un “bug” determinato dalla stessa nebulosa di interconnessioni che tende a crearsi tra le informazioni sui personaggi famosi, la cui cura potrebbe essere, suggerisce qualcuno, la trasformazione di Spock in motore “virale” sul modello di Facebook e servizi similari, il cui utilizzo intensivo da parte degli utenti e la formazione di comunità locali lo renda meno piagato dalla sindrome da Very Idle Important Person…
Ma anche se ciò non fosse, prevede qualcun altro, Spock ha comunque tutte le carte in regola per offrire un servizio di ricerca specialistico sulle persone molto efficiente e pulito , con risultati chiari e facili da interpretare e la possibilità di navigare attraverso i link dei personaggi “connessi” per qualsivoglia motivo (condividendo magari la stessa tag o essendoci una relazione speciale) con quello attualmente cercato.
Alfonso Maruccia