Sono stati svelati i risultati finanziari di Spotify registrati nel primo trimestre dell’anno, quello che va da gennaio a marzo. La piattaforma, in modo conforme a quanto sta facendo l’intero settore dello streaming, continua a crescere trascinando con sé l’industria discografica e oggi conta 100 milioni di abbonati Premium. A questi si aggiungono altri 117 milioni di utenti (attivi su base mensile) che scelgono invece di affidarsi alla formula gratuita del servizio, quella supportata dall’ascolto delle inserzioni pubblicitarie tra un brano e l’altro.
Spotify: 100 milioni di abbonati Premium
A sostenere l’andamento (+32% anno-su-anno per quanto riguarda gli account Premium) ha contribuito anche il recente lancio in un territorio chiave come l’India, avvenuto nel mese di febbraio. Però, nonostante i numeri relativi agli iscritti siano positivi, altrettanto non si può dire per il flusso di denaro nelle casse: 142 milioni di euro persi nel Q1 2019, comunque meno rispetto ai 169 milioni del Q1 2018. Le motivazioni sono da ricercare in primis nelle tasse versate e nei bonus riconosciuti ai dipendenti, legati alla crescita del titolo sul mercato azionario. Il trimestre che ha terminato lo scorso anno, invece, si è concluso con un utile pari a 442 milioni.
Per rendere il proprio business maggiormente profittevole, Spotify sta guardando ormai da diverso tempo al promettente ambito dei podcast, come testimoniano le recenti acquisizioni di Anchor e Gimlet. Sempre più contenuti di questo tipo andranno ad affiancarsi al catalogo in streaming composto da decine di milioni di brani, una parte dei quali in esclusiva. Focus anche sull’intelligenza artificiale che presto andrà a personalizzare le playlist editoriali rendendole più appetibili in base ai gusti personali degli utenti.
La piattaforma dovrà in ogni caso vedersela con una concorrenza non intenzionata a gettare la spugna e che sembra poter presto accogliere anche un nuovo servizio HiFi a marchio Amazon. Nel vecchio continente è poi in corso una battaglia che vede l’azienda fronteggiare Apple per questioni legate alle policy di App Store, arrivata a chiamare in causa la Commissione Europea.