Spotify e altre aziende hanno inviato una lettera alla Commissione europea per chiedere un immediato intervento contro Apple. La questione riguarda alcune pratiche anticoncorrenziali dell’azienda di Cupertino, tra cui l’obbligo di utilizzare il suo sistema di pagamento proprietario. A distanza di quasi quattro anni dalla denuncia, l’autorità antitrust non ha ancora concluso l’indagine avviata nel 2020.
Spotify ha perso la pazienza
Spotify aveva presentato una denuncia nel mese di marzo 2019. La software house svedese ritiene che Apple abusi della sua posizione dominante, imponendo l’uso del sistema di pagamento proprietario e quindi il pagamento della commissione del 30% per ogni acquisto in-app.
La Commissione europea aveva avviato un’indagine approfondita a giugno 2020. Ad aprile 2021 è stata inviata ad Apple la comunicazione degli addebiti con le due pratiche scorrette, ovvero l’imposizione del sistema di pagamento e il divieto per gli sviluppatori di informare gli utenti su metodi alternativi.
Questo è l’ultimo atto ufficiale, quindi il procedimento sembra in stallo, come si può vedere nella pagina dedicata all’indagine antitrust. Ad aprile 2022 erano trapelate indiscrezioni su ulteriori accuse.
Oltre alle pratiche rilevate dalla Commissione europea, nella lettera firmata da Spotify, Deezer, Basecamp, Proton, Schibsted, European Publishers Council, France Digitale e News Media Europe sono evidenziate anche le restrizioni all’accesso dei dati degli utenti e le modifiche dei termini d’uso dei servizi.
Le aziende e associazioni chiedono azioni immediate da parte dell’Unione europea per bloccare i comportamenti sleali di Apple, sottolineando l’eccessiva lentezza dell’indagine. L’entrata in vigore del Digital Markets Act (Legge sui mercati digitali) dovrebbe porre fine a queste e altre pratiche anticoncorrenziali, ma Spotify non vuole aspettare fino a marzo 2024. La Commissione deve agire subito per non consentire più ad Apple di danneggiare sviluppatori e consumatori.
Anche l’antitrust russa ha sanzionato Apple per abuso di posizione dominante, mentre l’antitrust brasiliana ha avviato un’indagine in seguito alla denuncia presentata da MercadoLibre.