Alla fine, la musica di Neil Young sarà rimossa da Spotify. La piattaforma ha accolto la richiesta avanzata dall’artista e dalla sua etichetta, la Warner. Il 76enne autore canadese ha puntato il dito nei giorni scorsi contro il colosso dello streaming, per aver consentito al conduttore del suo podcast di punta, Joe Rogan, di dar voce a sostenitori delle teorie complottiste su COVID e vaccini.
Neil Young via da Spotify: resta il podcast di Joe Rogan
Scocciato dallo spazio concesso a esponenti del fronte No Vax, Young ha imposto l’eliminazione di tutti i suoi album e singoli. Detto, fatto. I vertici della società si sono dichiarati dispiaciuti per la decisione e sperano di poter presto riaccogliere la sua produzione sui propri server.
Nel momento in cui viene scritto e pubblicato questo articolo, l’immensa produzione discografica del cantautore (più di 40 lavori in studio e oltre una dozzina dal vivo) risulta ancora disponibile nel catalogo di Spotify, ma le cose stanno per cambiare. A breve, per ascoltare Harvest Moon o Heart of Gold in streaming sarà necessario puntare verso altri lidi.
Spotify ha staccato un assegno da oltre 100 milioni di dollari al fine di sottoscrivere un contratto pluriennale con Joe Rogan, per la trasmissione in esclusiva del suo podcast (The Joe Rogan Experience). È risultato quello più ascoltato sulla piattaforma lo scorso anno, stando alle statistiche Wrapped 2021. La decisione non dev’essere comunque stata semplice: Neil Young ha dalla sua una carriera lunga oltre mezzo secolo durante la quale ha segnato e influenzato l’evoluzione del genere rock.
Il musicista è inoltre notoriamente critico nei confronti dello streaming, ritenendolo una modalità di riproduzione e fruizione non all’altezza, non in grado di fornire un’esperienza di ascolto soddisfacente. In passato, ha provato a dire la sua in questo ambito con il progetto Pono, senza però arrivare ai risultati sperati.