Anche Spotify vuole conquistare gli utenti che occupano quella particolare dimensione spaziotemporale che è il viaggio in auto. Il gruppo, il cui servizio è entrato nel cuore di milioni di utenti grazie all’ampia disponibilità musicale offerta, ha capito da tempo il valore di questo aspetto, ma si trova a lottare contro un parco macchine non sempre sufficientemente moderno e attrezzato. Laddove Spotify non può essere incluso tra le app contemplate dall’informatica di bordo, occorre uno strumento che sia in grado di restituire un’esperienza di valore: di qui l’idea di un piccolo player bluetooth in grado di interagire con l’impianto audio.
Sul device si sa al momento poco o nulla, essendo un’idea trapelata ma ancora non ufficiale. Il dispositivo dovrebbe avere un costo al di sotto dei 100 euro ed essere dotato di una coppia di pulsanti di controllo a corredo. L’interazione sarebbe però principalmente vocale poiché questo può fare la differenza: portare Spotify su un’auto e poterne controllare l’esperienza tramite la voce (così come accade oggi sull’Assistente Google o su Alexa) significa lasciare le mani sul volante e gli occhi sulla strada, disimpegnando l’utente per interagirvi con tutta la semplicità che una semplice richiesta vocale può offrire.
Altri dettagli mancanti sono la capacità di storage, la disponibilità di connettività e le possibili interazioni con lo smartphone. L’idea di un dispositivo che fonde il concetto di Spotify Voice e quello di Echo Auto rappresenta un passo in avanti rispetto alla semplice intuizione di una interfaccia adattata al controllo durante la guida: un hardware in-car è qualcosa che è maggiormente in grado di incidere sull’esperienza di ascolto durante il viaggio, rendendola più libera e piacevole.
Secondo quanto trapelato dal Financial Times, ove la notizia è originariamente emersa, sussiste la possibilità che il dispositivo possa essere acquistato in bundle con l’abbonamento al servizio: nulla è dato sapersi invece circa tempistiche di rilascio e disponibilità internazionale. Quel che è noto è soltanto il valore che l’intrattenimento vocale ha in auto sta lasciando emergere, con radio, streaming e podcast a contendersi il tempo che intercorre tra una partenza e un arrivo.