Se da un lato Spotify combatte contro la creazione di brani musicali tramite IA, promossa negli ultimi mesi da utenti intrigati dalla startup californiana Boomy e dalla sua soluzione ad hoc, dall’altro i gestori della piattaforma di streaming spingono sull’intelligenza artificiale diffondendo l’IA DJ a tutti i clienti Premium in Regno Unito e Irlanda. Pensata per trasformare la fruizione di canzoni in una trasmissione radiofonica realizzata dagli algoritmi, questa feature arriverà anche nel resto dell’Europa presumibilmente a breve.
Spotify spinge sull’IA “DJ”
Introdotta lo scorso febbraio in Canada e negli Stati Uniti, l’IA “DJ” è alimentata dalla tecnologia di OpenAI ma si trova ancora in fase di beta; pertanto, la diffusione sta avvenendo con una certa lentezza. Tuttavia, l’azienda svedese ha notato che la Gen Z ha apprezzato particolarmente DJ: l’87% degli utenti appartiene infatti alla Generazione Z, che sfrutta l’IA per il 25% del tempo di ascolto all’interno della piattaforma verde.
Il DJ, per chi non lo sapesse, riproduce i brani automaticamente a seconda dell’umore o del genere selezionato dall’utente, e apprende gradualmente le abitudini di ascolto di quest’ultimo al fine di perfezionare e personalizzare l’esperienza audio. A dare voce al DJ, dunque, è il capo delle partnership culturali dell’azienda, Xavier “X” Jernigan.
Nel corso dei prossimi mesi si prevede la distribuzione anche nel resto del Vecchio Continente – Italia compresa – su app Android e iOS: già ora, nei mercati sopra citati, è accessibile tramite la scheda Musica del proprio feed Spotify. In futuro, dunque, la feature potrebbe addirittura promuovere le nuove uscite sulla piattaforma e aggiungere annunci pubblicitari, rendendolo un flusso di entrate più piacevole alle orecchie del fruitore del servizio.