Spotify stringe i tempi

Spotify stringe i tempi

Il servizio di streaming musicale ha deciso di accorciare i tempi di ascolto gratuito per favorire le sottoscrizioni a pagamento. Nei confronti di chi deciderà di tornare pirata i gestori della piattaforma mostrano fiducia
Il servizio di streaming musicale ha deciso di accorciare i tempi di ascolto gratuito per favorire le sottoscrizioni a pagamento. Nei confronti di chi deciderà di tornare pirata i gestori della piattaforma mostrano fiducia

Svolta restrittiva in casa Spotify . Secondo quanto riportato dalle fonti di Oltremanica, il servizio di streaming musicale nato in Svezia si prepara a tagliare il monte ore di ascolto gratuito concesso agli utenti : da 20 ore a 10.

Dal primo maggio, dunque, la piattaforma dimezzerà il tempo di musica gratuita offerto ogni mese ai sei milioni di utenti sparsi tra il Regno Unito e il resto d’Europa. Per chi non è sottoscrittore ci saranno ulteriori limitazioni: sarà possibile ascoltare una singola traccia per un massimo di 5 volte al mese. I nuovi utenti, invece, saranno condotti sotto regime restrittivo sei mesi dopo la registrazione secondo le condizioni attuali.

La decisione deriverebbe dal desiderio di espansione che il management ha in mente di portare avanti: “il servizio è diventato incredibilmente popolare. Le persone stanno ascoltando più musica e una più ampia varietà di artisti… e stanno abbandonando la pirateria”, afferma Daniel Ek, cofondandatore del servizio. “Questo è esattamente ciò che vogliamo accada. Per questo motivo è fondamentale continuare a offrire servizi gratuiti on demand a milioni di persone. Ma – prosegue – per fare ciò, abbiamo bisogno di fissare dei limiti per andare avanti”.

Secondo Ek, i cambiamenti in arrivo saranno più consistenti per gli utenti assidui e per coloro che vorrebbero ancora ascoltare qualcosa come 200 tracce o 20 album al mese gratuitamente.

Non c’è dubbio che la svolta disturberà per lo più i fan abituati a usare Spotify come servizio gratuito, “troppo bello per essere vero”: “Addio Spotify. È stato bello conoscerti. Credo che tornerò ancora una volta alla pirateria musicale” è stato il primo commento apparso sul blog ufficiale.

Ma la decisione dei gestori della piattaforma non sembra una scelta avventata. Un mese fa, lo stesso Ek aveva spiegato al Financial Times la volontà di sperimentare nuove soluzioni per aumentare la monetizzazione sul versante gratuito e su quello a pagamento : “Siamo costantemente tentando di far pagare le persone, ma preferiamo usare la carota anziché il bastone”.

Anche se, dopo aver registrato quota 1 milione di utenti paganti, Ek aveva concluso che ridurre il peso del servizio gratuito non era la strada più sostenibile per convincere i netizen ad aprire il portafoglio, le nuove restrizioni serviranno a coprire le spese generali legate anche al mantenimento dello spazio gratuito .

Secondo Giles Cottle, analista di Informa Telecoms & Media , il limite delle cinque canzoni è molto più significativo di quello temporale poiché invita gli utenti a non considerare il servizio come un sostituto gratuito dell’album originale. Cottle si dice convinto che, sebbene molti ritorneranno a violare il copyright, servizi come Spotify offrano un’esperienza migliore.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il
15 apr 2011
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