Roma – Mancano informazioni dettagliate e conferme ufficiali, d’altra parte la materia è così delicata che questo non deve sorprendere: secondo Heise Security il Governo svizzero sta valutando l’ipotesi di ricorrere a spyware per riuscire ad intercettare le chiamate VoIP, un tipo di comunicazione che notoriamente dà grattacapi alle forze dell’ordine.
La notizia, ripresa anche da Slashdot , spiega che il software sarebbe prodotto da ERA IT Solutions , società elvetica che lo avrebbe proposto alle autorità. Il suo spyware sarebbe pensato esclusivamente per un uso investigativo: il suo codice così come le sue caratteristiche rimarranno ben celati, almeno nelle intenzioni dell’azienda. “Questo – sottolinea Heise – dovrebbe impedire ai produttori di antivirus di incorporare quel software nei propri database e consentire così ai propri strumenti di sicurezza di individuarlo. Secondo il produttore, i firewall non sono un problema”.
L’idea su cui si lavora è che su richiesta di un magistrato un provider sfrutti la connessione dell’abbonato da sorvegliare al proprio network per impiantare il programma nel suo PC . Il software si occuperebbe di ascoltare le conversazioni e inviarle frammentate in pacchetti irrintracciabili ad un server dedicato.
Ma c’è di più. Secondo Heise apparecchi come i microfoni dei portatili potrebbero essere attivati a distanza da chi controlla quel software, e così eventuali webcam. “Una volta concluse le attività di intercettazione – scrive l’ezine – il software può essere programmato per disinstallarsi da sé”.
Ad accreditare questi rumors, Heise cita il SonntagsZeitung , un giornale nel quale un alto funzionario del ministero delle Comunicazioni ammette che sebbene non vi sia una base giuridica chiara per l’uso di cavalli di troia, i regolamenti cantonali e federali sembrano permettere forme di intercettazione via software, da portare avanti con sistemi di intercettazioni secondo le normative che già regolano le intercettazioni tradizionali.