Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione (non legislativa) sull’uso degli spyware, come il famigerato Pegasus. I deputati non hanno imposto un divieto, ma suggerito l’introduzione di specifiche tutele per prevenire gli abusi. L’uso dei software di sorveglianza dovrebbe essere consentito solo in casi eccezionali e per un periodo di tempo limitato.
No alle pratiche illecite
La maggioranza dei deputati afferma che gli spyware dovrebbero essere utilizzati solo dalle forze dell’ordine, se necessario per le indagine e comunque per una durata limitata. Questo sarebbe in realtà l’uso corretto di Pegasus e altri simili software, ma molti paesi (anche in Europa) sfruttano gli spyware per sorvegliare avversari politici, dissidenti o giornalisti.
Il Parlamento chiede inoltre di salvaguardare i dati protetti dal segreto professionale tra avvocato e cliente o quelli che riguardano politici, medici o mezzi d’informazione, a meno che non vi siano prove del coinvolgimento in attività criminali. Le autorità devono informare le persone sotto controllo con questi software. Inoltre deve essere obbligatoria una supervisione indipendente e deve essere introdotta una definizione legale che stabilisca quando è possibile invocare la sicurezza nazionale come giustificazione per l’uso degli spyware.
I deputati chiedono anche un’indagine approfondita sulle licenze di esportazione dei software e l’avvio di colloqui con Israele, paese in cui opera NSO Group, azienda che sviluppa Pegasus. Il Parlamento ha infine chiesto a cinque paesi (Ungheria, Polonia, Grecia, Cipro e Spagna) il rispetto delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo e di usare gli spyware solo con l’autorizzazione di un giudice. Grecia e Cipro dovrebbero anche revocare tutte le licenze di esportazione rilasciate in violazione delle norme europee.