Roma – Un certificato che attesti la proprietà del cellulare da tenere sempre a portata di mano. Questo prevede la normativa formulata dall’Authority per le telecomunicazioni in Sri Lanka. Nel mirino, il traffico illegale di SIM e telefonini, reo di favorire organizzazioni malavitose e terrorismo. Ma non solo: la proposta di legge decreterebbe anche il divieto di utilizzare telefoni appartenenti ad altre persone ed imporrebbe nuove tasse per scoraggiare l’importazione di telefonini.
Un cambio di rotta deciso voluto dal Governo per arginare quello che pare essere diventato un vero e proprio problema. Il via dovrebbe giungere a settembre prossimo, ma ci vorrà del tempo per aggiornare tutti coloro che già posseggono un telefono. L’informativa del nuovo regolamento sarà distribuita sulle bollette e non mancherà di fare scalpore: vi sarà un controllo più stretto già dall’atto di registrazione. Gli operatori infatti verificheranno i dati sui documenti dei possessori delle nuove SIM, associando ad ogni scheda solo ed esclusivamente una determinata persona. Per SIM e telefoni già in uso, verranno allestiti dei veri e propri check point in cui ogni possessore di telefono cellulare e SIM dovrà, documenti alla mano, provare di esserne l’intestatario ed il fruitore.
Al momento dell’acquisto di un nuovo device si riceverà un certificato, una sorta di licenza che ne consente l’uso, certificato che andrà poi conservato a portata di telefono. I controlli saranno garantiti dalle forze dell’ordine: all’atto di verifica ogni cellulare sprovvisto del relativo certificato sarà ritenuto sospetto e quindi sottoposto ad ulteriori controlli e possibili sanzioni. La nuova normativa prevede inoltre il divieto di prestito del device per far telefonare persone che non siano gli intestatari della licenza.
“Abbiamo studiato le nuove regole in collaborazione con il ministero per la Difesa poiché i cellulari sono un mezzo abusato per compiere attività di terrorismo, vista la difficoltà di identificare i reali possessori del dispositivo” ha dichiarato il capo del TRC Priyantha Kariyapperuma. Le cronache locali additano i cellulari come mezzo eletto per compiere azioni illegali. Al telefonino sarebbero tanto affezionati i gruppi rivoluzionari Tamil, che da anni combattono per ottenere un territorio indipendente. Ma non solo: i telefonini sarebbero impiegati anche in azioni di guerriglia, usati come comandi a distanza per fare esplodere ordigni. La nuova riforma si pone come obiettivo quello di arginare il problema, quello di tutelare la sicurezza nazionale. Certo, assicura Kariyapperuma, “queste regolamentazioni non hanno lo scopo di controllare l’uso dei telefoni cellulari”.
Il governo dichiara di fare il tutto per garantire la sicurezza dei cittadini, ma sotto c’è chi segnala che nello Sri Lanka potrebbe instaurarsi un vero e proprio regime delle telecomunicazioni: tracciando ogni singolo telefono in circolazione il Governo potrebbe sperare di arginare l’evasione fiscale ed il commercio illegale. L’importazione illegale introduce circa 20mila telefoni in Sri Lanka ogni mese, in un mercato che conta circa 10 milioni di telefonini: questa legge permetterebbe, sulla carta, di cancellare anche il mercato nero. Inoltre saranno maggiorate le tasse sulle importazioni lecite, il cui nuovo valore sarà fissato intorno al 6%. Nuove norme anche per i telefoni wireless CDMA che dovranno essere utilizzati solo agli indirizzi forniti al momento della registrazione.
Un tema scottante quello dei cellulari, a cui il Governo aveva messo mano già a maggio decretando illegali i telefonini acquistati all’estero. Le nuove leggi sono una naturale conseguenza delle politiche adottate dall’autorità sull’argomento. Esempi simili si sono verificati anche in altri paesi, esempio per tutti la campagna di registrazione di massa conclusasi lo scorso giugno in Bangladesh che ha visto spazzare via circa un milione di SIM senza proprietario.
Vincenzo Gentile
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