Intel Corporation spinge per mandare definitivamente in pensione i ronzanti dischi meccanici e tira fuori dai laboratori un’interessante evoluzione della sua memoria a stato solido , pensata per offrire prestazioni sequenziali al servizio dei consumatori desktop e reparti IT.
L’unità SSD 320 rappresenta la terza generazione della linea Intel. Migliora le prestazioni, la stabilità generale e sfrutta i vantaggi del processo a 25 nanometri per ridurre il prezzo, fino al 30 per cento, rispetto all’attuale generazione X25-M.
La velocità di scrittura sequenziale, più che raddoppiata, sale invece a 220 MB/s e mantiene sempre un throughput di tutto rispetto, con letture sequenziali che arrivano a 270 MB/s. La soluzione utilizza un’interfaccia SATA II a 3Gbps con controller proprietario. La generazione precedente sfruttava invece un chip fornito da Marvell.
In questa versione Intel integra poi la crittografia AES a 128 bit per proteggere i dati in caso di furto o smarrimento, e mette un’area di riserva al servizio delle ridondanze che aiutano a salvare i dati, anche in caso di blackout. Non è la prima volta che queste funzioni vengono integrate nativamente in una SSD, ma Intel porta della caratteristiche di classe enterprise su una unità di fascia consumer.
La nuova memoria a stato solido presentata questa settimana è disponibile nei tagli da 40GB, 80GB, 120GB, 160GB e nelle nuove versioni a capacità più elevata, da 300 GB e 600 GB. I prezzi, basati su lotti da 1.000 unità, spaziano dagli 89 dollari della versione più piccola ai 1.069 dollari del modello più capiente.
Roberto Pulito