SSD, prezzi in picchiata

SSD, prezzi in picchiata

I dischi a stato solido costano sempre meno, e presto saranno convenienti quasi quanto le unità di storage magnetiche. Il progresso tecnologico contribuirà ad un processo apparentemente irreversibile
I dischi a stato solido costano sempre meno, e presto saranno convenienti quasi quanto le unità di storage magnetiche. Il progresso tecnologico contribuirà ad un processo apparentemente irreversibile

Stando alle analisi di mercato di DRAMeXchange , sussidiaria di TrendForce, la riduzione del prezzo per Gigabyte dei dischi a stato solido (SSD) raggiungerà presto un livello di attrattiva quasi comparabile a quello dei dischi basati su tecnologia magnetica (HDD). Basteranno un paio d’anni per poter suggerire al consumatore medio di acquistare un SSD al posto di un HDD.

Nel 2016, stima la società di analisi, il prezzo medio di un SSD arriverà a 0,24 dollari per Gigabyte contro i 39 centesimi di dollaro dell’anno in corso; nel 2017 i costi scenderanno a 0,17 dollari per GB, mentre sul fronte degli HDD il prezzo ristagnerà sui 6 centesimi di dollari per gli anni a venire.

Dal punto di vista pratico, il trend discendente del costo degli SSD porterà in pari il prezzo di un HDD da 1 Terabyte e quello di un SSD da 256 Gigabyte nel 2016, mentre nel 2017 il costo di un SSD da 512 GB si dimezzerà. L’adozione diffusa degli SSD sarà favorita nel mercato dei laptop, con un 42 per cento del mercato nel 2017 rispetto al 26 per cento di quest’anno.

Competizione crescente da parte dei produttori, ottimizzazioni sul fronte dei processi produttivi e progresso tecnologico sono tra i fattori che maggiormente contribuiranno all’ascesa degli SSD, evoluzione che presumibilmente coinciderà con un lento ma inesorabile declino dello storage magnetico sia sul fronte consumer che aziendale.

Per quanto riguarda l’evoluzione della tecnologia a stato solido, infine, i principali player di settore hanno in serbo novità significative sia sul fronte delle NAND Flash che su quello delle tecnologie totalmente innovative come 3D Xpoint o le sempre sfuggenti ReRam a base di memristori.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
7 dic 2015
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