Se ne era parlato già ad agosto, quando avevano fatto il loro debutto le unità della serie Agility EX destinate al mercato consumer grazie al loro costo definito competitivo. Ma se alla fine dell’estate si ragionava di prodotti pensati e modellati sulle esigenze di consumatori casalinghi o al massimo SOHO, con il Colossus appena messo in vendita OCZ si rivolge invece essenzialmente a un pubblico diverso: che non si fa problemi a scucire 3mila dollari e occupare uno slot da 3,5 pollici per avere un terabyte di archivio su un disco SSD.
“La nuova serie Colossus è pensata per migliorare le performance di desktop e workstation ed è pensata per utenti avanzati che puntano sulla velocità, l’affidabilità e grandi capacità di storage”: parola di Eugen Chang, vicepresidente di OCZ, che chiarisce come questa nuova linea di prodotto sia disponibile anche a richiesta costruita con specifiche hardware (materiali di costruzione) e software (firmware) personalizzati secondo le esigenze dei clienti .
Le prestazioni sono in effetti interessanti: tutti i tagli, dai 120GB fino al Tera, passando per 256 e 512GB, vantano un transfer rate massimo di 260MB/s in scrittura e lettura , con un picco sostenuto di 220MB/s in scrittura. Costruiti con le economiche celle multiple MLC (che non garantiscono le stesse prestazioni delle singole SLC), sfruttano una struttura interna RAID 0 per ottenere ugualmente livelli di performance tali da fare la differenza anche rispetto alle veloci unità magnetiche da 10K RPM. La longevità delle unità, inoltre, pare garantita da un MTBF da 1,5 milioni di ore e una garanzia di tre anni offerta dal produttore.
Tutti valori alti , in linea con il prezzo: il Colossus da 1TB è in vendita da poche ore a non meno di 3mila dollari (Amazon lo propone a 3.571,99, poco più di 2.400 euro, spese di spedizione comprese), mentre chi si volesse accontentare del più piccolo modello da 120GB di verdoni dovrà sborsarne appena 608,99 (410 euro) grazie ad uno sconto del 2 per cento.
Le memorie a stato solido, insomma, non sono ancora arrivate ai costi popolari delle più antiche controparti magnetiche: segno del fatto che, per loro, non è ancora giunto il tanto atteso momento della consacrazione mainstream.