L’Unione Europea ha già approvato la nuova legislazione sui mercati delle criptovalute (MiCA). Tuttavia, ci sono ancora alcune questioni in fase di rielaborazione e diversi tecnicismi da appianare. Ad ogni modo, le stablecoin sono effettivamente in pericolo.
Secondo i lobbisti delle criptovalute, l’Unione Europea vieterà le stablecoin ancorate al dollaro e ad altre monete che non siano l’euro nei 27 Paesi membri. Una notizia che fa rabbrividire il mondo crittografico e la criptosfera in generale. In altre parole, questi asset digitali avranno vita breve se le cose non dovessero cambiare.
A cercare questo cambiamento e una variazione nella legislatura sono state la Blockchain for Europe e la Digital Euro Association. Inviando una lettera al Consiglio dell’UE, stanno cercando di invertire queste regole che bloccherebbero qualsiasi progetto di stablecoin non ancorate all’euro. Nella comunicazione, inviata questo weekend, si legge:
Le tre maggiori stablecoin per volume di scambi rischiano di essere bandite nell’UE dal 2024, a causa dei limiti quantitativi all’emissione e all’uso di EMT denominati in valuta estera nell’ambito del MiCA.
Quindi, l’Unione Europea non solo vuole impedire l’uso delle criptovalute alle banche, ma vuole anche contrastare lo sviluppo delle stablecoin che non sono ancorate all’euro. Il progetto prevede l’entrata in vigore di questa nuova storica legislazione entro il 2024.
Stablecoin vietate nell’Unione Europea se non ancorate all’euro
È scontato che il mondo delle criptovalute non veda di buon occhio questa decisione. Nella lettera inviata al Consiglio dell’UE, le due organizzazioni associative, hanno cercato di spiegare che questa direzione nei confronti delle stablecoin non solo è pericolosa, ma anche senza senso:
Limitare il loro utilizzo nell’area dell’euro causerebbe il sequestro dei mercati delle criptovalute qui, con effetti potenzialmente destabilizzanti e un forte deflusso di attività crittografiche al di fuori dell’UE.
Le soluzioni proposte
Ovviamente, sia Blockchain for Europe che Digital Euro Association, hanno anche proposto alcune soluzioni da mettere in campo. L’obbiettivo è duplice: evitare la “morte” delle stablecoin nell’Unione Europea e garantire comunque protezione alla sovranità monetaria:
Proponiamo che il concetto di usi come mezzo di scambio venga chiarito, o interpretato in modo da riconoscere il ruolo delle stablecoin nel trading e nei pool DeFi. Ciò attenuerebbe gli effetti negativi della misura, pur preservando gli strumenti di cui l’UE intende avvalersi per tutelare la propria sovranità monetaria.
La soluzione più semplice sarebbe quella di chiarire il concetto nel testo del regolamento, attualmente in fase di definizione (art. 19 bis e relativi considerando 42 bis e 42 bis). L’obiettivo sarebbe chiarire che le restrizioni all’emissione e all’uso di EMT come mezzo di scambio escludono le transazioni in entrata e in uscita da criptovalute non garantite utilizzando stablecoin, in particolare negli scambi e nei pool DeFi. Potrebbe essere possibile ottenere un risultato equivalente attraverso il livello 2/RTS, dove le Autorità di Vigilanza Europee definiranno una metodologia per stimare il numero e il valore medio di tali operazioni.
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