A soli tre anni dal lancio della piattaforma, Google ha annunciato la prossima chiusura di Stadia. Il servizio rimarrà operativo ancora per qualche mese, fino al 18 gennaio 2023, dopodiché spegnerà definitivamente i propri server. Ai giocatori che hanno affrontato spese per l’acquisto di titoli, contenuti, DLC e hardware (in primis i joypad) sarà riconosciuto un rimborso completo. Una pietra tombale sul futuro del cloud gaming?
Il cloud gaming sta bene, nonostante la chiusura di Stadia
La decisione presa dal gruppo di Mountain View sembra essere motivata più da ragioni legate a valutazioni interne che non da un trend generale del settore. Xbox e PlayStation continuano a offrire questa modalità di fruizione dei titoli attraverso le rispettive sottoscrizioni, implementando via via nuove funzionalità. Lo stesso vale per il longevo GeForce Now di NVIDIA. Inoltre, solo la scorsa settimana, Logitech ha presentato una console portatile (G CLOUD) progettata appositamente a questo scopo.
Dunque, cosa è andato storto? Certamente, il supporto garantito dagli sviluppatori di terze parti non è stato all’altezza delle aspettative. È sufficiente dare uno sguardo al catalogo dei giochi disponibili per rendersene conto, l’offerta è piuttosto scarsa. Non c’è comunque da stupirsi, considerando come a poco più di un anno dall’apertura, bigG abbia deciso di chiudere i due propri studi attivi a Montreal e Los Angeles, guidati dalla veterana Jade Raymond.
Stadia si aggiunge così al sempre più lungo elenco di rami secchi tagliati da Google. Tra gli altri servizi abbandonati dal gruppo nel recente passato citiamo Currents (al capolinea nel 2023), Poly (2021) Inbox (2019) e ovviamente il mai dimenticato Reader (2013).
Per tutte le informazioni relative alla chiusura della piattaforma, le modalità di erogazione dei rimborsi ecc., rimandiamo alle pagine del supporto ufficiale.