La presentazione di Stadia ha incuriosito ed entusiasmato. Rimangono però alcuni punti da chiarire in merito all’iniziativa di Google per il cloud gaming. Quale sarà il prezzo dell’abbonamento da sottoscrivere per accedere al servizio? Quali i giochi offerti al momento del lancio? E i requisiti in termini di connessione Internet necessari per giocare in streaming senza lag?
Stadia solo su dispositivi selezionati?
Se ne saprà di più entro l’estate, come anticipato da bigG sul palco della presentazione. Poi la piattaforma andrà online entro la fine dell’anno, con un rollout che riguarderà in un primo momento gli Stati Uniti, il Canada, il Regno Unito e l’Europa (si spera fin da subito anche l’Italia). Dando uno sguardo al sito ufficiale sorge un ulteriore quesito: perché il gruppo di Mountain View fa esplicito riferimento a dispositivi selezionati? La forza di Stadia non risiede forse nella sua ubiquità, nel suo essere accessibile da qualsiasi terminale e in qualsiasi momento? Riportiamo qui sotto uno screenshot del testo che ha attirato la nostra attenzione.
Gioca su qualsiasi dispositivo, inclusi laptop, computer desktop e telefoni e tablet selezionati.
Un salto sulla pagina inglese ci conferma che ad essere “selezionati” non saranno solo i tablet, ma anche gli smartphone.
Un’esclusiva per i Pixel?
Da non escludere si tratti di una qualche sorta di esclusiva per la gamma Pixel, dopotutto le tempistiche del lancio dovrebbero coincidere (o quasi) con il debutto sul mercato della quarta generazione degli smartphone, in autunno. Inoltre, sul palco della GDC19 il servizio è stato mostrato in esecuzione sui telefoni di bigG e sul tablet Pixel Slate. Un’ipotesi rafforzata anche dalle parole del CEO Sundar Pichai rivolte alla community di sviluppatori e alle software house.
Con Google, i vostri giochi saranno immediatamente offerti a due miliardi di persone attraverso il browser Chrome, i Chromebook, i Chromecast e i dispositivi Pixel. Abbiamo intenzione di supportare altri browser e altre piattaforme nel tempo.
La compatibilità con gli altri dispositivi basati su Android, così come con gli iPhone e gli iPad che hanno in dotazione iOS, potrebbe dunque giungere solo più avanti. Una limitazione che rischia però di andare contro gli interessi di Google, riducendo in modo significativo il bacino di potenziali utenti e abbonati.
Ancora, un’altra ipotesi è che quel “selezionati” possa nascondere una qualche sorta di requisito hardware, forse legato alla diagonale dello schermo per non compromettere la qualità del gameplay su display dalle dimensioni troppo ridotte. Processore, GPU e RAM non dovrebbero invece costituire un problema, poiché l’elaborazione del comparto grafico, di quello audio e dell’intelligenza artificiale verrà delegata ai server dell’infrastruttura cloud.