L’annuncio di Stadia da parte di Google sembra aver fatto emergere nuove prospettive nel panorama videoludico. Si è iniziato a parlare con insistenza di cloud gaming, nonostante già in passato fossero disponibili piattaforme basate su una modalità di gioco in streaming (PlayStation Now e GeForce Now su tutte). Microsoft ha inoltre confermato in tutta fretta l’arrivo del concorrente xCloud e Sony è corsa ai ripari siglando una partnership con il gruppo di Redmond al fine di non farsi trovare impreparata.
All’orizzonte c’è dunque davvero una rivoluzione (come sostiene Google con il suo claim “Il futuro dei videogiochi non è una console”) oppure gli attuali equilibri del mercato sono destinati a rimanere inalterati ancora per lungo tempo? Ne ha parlato David Haddad, numero uno di Warner Bros. Interactive Entertainment, in occasione del suo intervento sulle pagine di VentureBeat.
WBIE su Stadia, cloud gaming e console
La considerazione di Haddad, va precisato, non si riferisce solo a Stadia e agli altri servizi di cloud gaming, ma più in generale a quelli che offrono l’accesso a un catalogo di titoli in abbonamento, anche qualora venga richiesto il download e l’installazione in locale. Electronic Arts lo fa già da anni, mentre altri publisher come Ubisoft e Square Enix hanno di recente messo nero su bianco l’intenzione di proporre a breve qualcosa di simile.
Ci sono giocatori che desiderano provare ben più di due o tre titoli all’anno, numero che oggigiorno rappresenta una media. Ad alcuni potrebbe piacere l’idea di una sottoscrizione che consenta di provare e giocarne molti. Il comportamento standard, però, è quello che vede i giocatori trascorrere la maggior parte del loro tempo su pochi titoli scelti con attenzione e in grado di posizionarsi nella fascia di prezzo alta del mercato. Penso ci sarà un mix delle due formule.
In merito specificatamente ai giochi in streaming, Haddad ha aggiunto quanto segue, esprimendo perplessità nei confronti delle teorie di chi vede alle porte un cambiamento epocale per l’ambito videoludico.
Ci andrei piano con la tesi che lo streaming porterà automaticamente l’intera industria verso un modello basato sulla sottoscrizione.
Insomma, secondo Haddad le piattaforme PC e console continueranno con tutta probabilità a rimanere in giro ancora per un bel po’, nonostante i proclami di Google e a dispetto di quanto ipotizzano in molti. Quasi certamente, se si assisterà a un processo di transizione, sarà graduale e progressivo, non immediato e repentino come sostiene qualcuno. Dopotutto, è stato così anche con il passaggio dal supporto fisico al digitale: le copie su disco continuano a essere vendute, seppur con volumi andati via via diminuendo nel corso degli anni.