Un po’ ci abbiamo sperato tutti, ammettiamolo: un solo abbonamento mensile per l’accesso illimitato a un vasto catalogo di giochi AAA, senza alcun bisogno di scaricarli né installarli, senza compromessi in termini di qualità ed evitando di dover fare i conti con l’upgrade del nostro PC o con l’acquisto di una console dedicata. Stadia non sarà così, non sarà il Netflix dei videogiochi come in tanti (noi compresi) avevamo immaginato.
Stadia: c’è chi dice no
L’evento Connect andato in scena nei giorni scorsi ha avuto il merito di fare chiarezza sulla natura dell’offerta. Ora conosciamo il prezzo della sottoscrizione, cosa c’è oltre al controller nel Pacchetto Founder’s Edition già in pre-ordine a 129 euro, quali saranno i primi giochi messi a disposizione dal servizio, i requisiti minimi in termini di connessione Internet e siamo a conoscenza del fatto che l’Italia è stata scelta da Google tra i 14 paesi di lancio. Una volta concluso l’appuntamento, però, sembra aver iniziato a serpeggiare una certa delusione, anche tra i più entusiasti. Le aspettative erano troppo elevate, come ha sostenuto qualcuno?
L’intenzione di Google è piuttosto chiara: separare la piattaforma dal contenuto. Ci si abbona alla prima, ma per accedere senza restrizioni ai giochi (soprattutto ai più recenti) è necessaria una spesa extra. Le informazioni fin qui trapelate parlano di un esborso economico per i singoli titoli in linea con quello richiesto acquistando l’equivalente copia fisica o in download digitale.
Se dunque vorremo ad esempio giocare il nuovo Baldur’s Gate 3 su Stadia non basterà la sottoscrizione al servizio, ma dovremo per forza di cose mettere mano al portafogli e pagare la stessa cifra fissata per l’edizione acquistabile su PC. Non esattamente quel che avevamo immaginato e sperato inizialmente. Forse per Google e i suoi partner coinvolti nel progetto (software house e publisher) si tratta dell’unica strada percorribile per garantire la sostenibilità del modello di business, ma dalle discussioni post-evento di utenti e appassionati emerge un certo malumore.
Siamo ad ogni modo certi che il gruppo di Mountain View abbia condotto tutte le valutazioni del caso prima di avanzare la propria proposta, soprattutto considerando le ambizioni che hanno accompagnato l’annuncio di Stadia (a partire dallo slogan “Il futuro dei videogiochi non è una console”). Occhi puntati sull’E3 2019 che sta per prendere il via a Los Angeles: durante la kermesse, la più importante dell’anno per il mondo videoludico, saranno con tutta probabilità confermati altri giochi in arrivo per il cloud gaming di Google.
Intanto, silenziosamente, Microsoft sta a guardare, osservando le reazioni del pubblico e facendone tesoro per calibrare al meglio l’offerta del proprio concorrente xCloud.