Il 2019 verrà probabilmente ricordato in ambito videoludico come l’anno del cloud gaming. Non che oggi manchino le piattaforme per chi vuole giocare in streaming, ma in questo segmento di mercato che nonostante i proclami ancora non è stato in grado di esprimere appieno le sue potenzialità stanno per scendere in campo due colossi del mondo hi-tech: il gruppo di Mountain View e quello di Redmond, il primo con il servizio chiamato Stadia e annunciato in via ufficiale il mese scorso, il secondo con il suo xCloud che verrà presentato a breve.
Cloud gaming: Stadia vs xCloud
Da una parte Google, dall’altra Microsoft. Andranno a unirsi alla schiera di realtà già impegnate nel tentativo di sfruttare questo nuovo approccio al mondo gaming (Sony, NVIDIA ecc.), con l’obiettivo di far meglio. Non sarà più necessario disporre di un PC con hardware costoso o di una console dedicata: basterà una connessione Internet, con l’elaborazione del comparto audio-video e la gestione dell’intelligenza artificiale che saranno delegate a un server remoto. Queste, almeno, le promesse.
Se di Stadia già sappiamo molto (ma non tutto), al momento xCloud rimane perlopiù un mistero. Non è nemmeno detto che sarà questo il nome definitivo della piattaforma, al momento del debutto che dovrebbe avvenire entro l’anno. La presentazione andrà in scena all’evento E3 2019 di Los Angeles, in programma per il mese di giugno.
Entrambe le realtà dispongono dell’infrastruttura cloud necessaria per garantire un’esperienza soddisfacente, dunque a far la differenza sarà in primis il catalogo di giochi offerto a coloro che sceglieranno di sottoscrivere un abbonamento. A tal proposito, anche il prezzo da sborsare ogni mese risulterà determinante per conquistare e fidelizzare la fetta più grande di user base.
Infrastruttura e giochi
Proprio nei giorni scorsi Mike Nichols, Chief Marketing Officer della divisione Xbox per Microsoft, è intervenuto sulle pagine del Telegraph. Nessun giro di parole, per affermare la supremazia del gruppo di Redmond quando si tratta di mettere a disposizione titoli AAA destinati all’intrattenimento dei gamer, forte di un’esperienza maturata sul campo per lungo tempo: fin dal lancio della prima console nell’ormai lontano 2001 e ancor prima in ambito PC.
I nuovi competitor come Google hanno un’infrastruttura cloud e una community come YouTube, ma non i contenuti.
Questo potrebbe effettivamente costituire un vantaggio in termini di competitività per xCloud. In ogni caso Google si è già mossa su più fronti per porvi rimedio: anzitutto creando una software house interna chiamata Stadia Game and Entertainment e affidata all’esperienza di Jade Raymond (ex EA e Ubisoft) nonché siglando partnership con realtà di terze parti come Ubisoft, id Software, Tequila Softworks e Q-Games. Già lanciato anche l’appello agli sviluppatori intenzionati a rendere i loro titoli disponibili sulla piattaforma, mettendo a disposizione tutti gli strumenti necessari per farlo. Da non dimenticare poi che a capo del progetto c’è un certo Phil Harrison (ex PlayStation, Xbox, Atari e Gaikai), volto noto del mondo videoludico.
Tra gli altri nodi da sciogliere, per capire chi davvero riuscirà a spuntarla nell’universo cloud gaming, gli aspetti legati ai requisiti richiesti in termini di banda e alla compatibilità con dispositivi come smartphone, tablet, computer, televisore, set-top box o console.
Il futuro di console e PC
Anche l’approccio è diverso: per Google la tecnologia sarà in grado di mandare in pensione le piattaforme videoludiche tradizionali (il motto è “Il futuro dei videogiochi non è una console”), mentre per Microsoft le console rimarranno in circolazione ancora per lungo tempo, così come i PC dedicati al gaming, sebbene servizi di streaming come Stadia o xCloud costituiranno una valida alternativa. Non a caso, sembra essere ormai quasi tutto pronto per il debutto di una nuova Xbox One, senza lettore per i dischi, nota come Xbox One S All-Digital, nome in codice Maverick. Stando ai rumor di questo fine settimana arriverà sul mercato nel mese di maggio al prezzo di 229,99 euro.