Le recenti scelte tecnologiche di Canonical per Ubuntu trasformerebbero il popolare sistema operativo basato su Linux in un vero e proprio spyware: a dirlo è Richard Stallman, che unisce la propria voce al coro di critiche contro l’advertising e la ricerca “universale” (offline + online) integrati nell’ultima release dell’OS open source.
Stando alle parole del fondatore di Free Software Foundation, la funzionalità di “home-phoning” usata da Canonical per processare le ricerche di file sui propri server è esattamente come la “prima pratica di sorveglianza” con cui sia venuto in contatto su Windows.
L’advertising? È il problema minore , dice Stallman: la questione principale sarebbe lo “spionaggio” insito nella ricerca universale dell’ultima versione di Ubuntu, una questione su cui non si potrebbero concedere attenuanti. Poco importerebbe che Canonical sostenga di tenersi i log delle ricerche per sé, senza passarli ad Amazon.
E la giustificazione del fatto che i ricavi provenienti dall’advertising Amazon contribuiscano a scrivere codice FOSS di qualità? Anche questa è “inadeguata”, dice Stallman, perché qualunque vantaggio “non regge il paragone con quello che il software libero perderà se cesserà di offrire un modo efficace per impedire l’abuso dei suoi utenti”.
La soluzione , secondo Stallman, non può che essere draconiana: Ubuntu andrebbe cancellato dalle raccomandazioni di associazioni, organizzazioni e gruppi di promozione del movimento FOSS, così come andrebbe diffusa la nozione che l’OS è un “appestato” che va evitato perché spia i suoi utenti.
Le parole di Stallman ricevono una risposta a stretto giro di blog dal “Community Manager” di Ubuntu: per Jono Bacon il vate del free software usa le parole per “generare paura, incertezza e dubbio” (FUD) su Ubuntu e sono “infantili”. La risposta “ufficiale” di Canonical deve ancora arrivare.
Alfonso Maruccia