La libertà praticamente infinita nella manifattura di oggetti personalizzati data dalla stampa in 3D fa evidentemente paura a molti, e Intellectual Ventures è pronta a porre rimedio all’incresciosa situazione fornendo all’industria un modo per “infettare” le nuove stampanti con restrizioni DRM controllate da remoto.
Nota per aver ammassato un numero enorme di brevetti e già accusata di essere all’apice del patent trolling mondiale, Intellectual Ventures – o meglio una sua divisione – si è fatta assegnare un brevetto USA che descrive appunto un “sistema di controllo della manifattura”, perfettamente applicabile a quelle che sono le caratteristiche delle ultime stampanti 3D comparse sul mercato.
Il brevetto prende in considerazione l’integrazione di un software di controllo all’interno delle stampanti, grazie al quale è poi possibile verificare (presumibilmente da remoto) un “codice di autorizzazione” presente all’interno di un file di dati – contenente le informazioni sul design tridimensionale dell’oggetto da stampare – per permettere infine la stampa da parte dell’utente.
L’integrazione di questo vero e proprio sistema DRM per la stampa 3D non è ovviamente obbligatoria, almeno non per il momento. In futuro le cose potrebbero cambiare velocemente, viste le polemiche già nate intorno alla possibilità di usare le nuove stampanti per realizzare qualsiasi cosa: con le dovute conoscenze, cosa impedirebbe a un qualunque proprietario di questi apparecchi di replicarsi oggetti coperti da brevetti di design e che incorporino altre proprietà intellettuali?
Alfonso Maruccia