Dopo RepRap , la stampante che si autoreplica, non poteva mancare Labratester , quella che stampa display . Anche su materiali organici come carta e tessuti.
Ancora una volta è forte il sapore di sci-fi , ma la sostanza è assolutamente reale . Il dispositivo viene dall’Europa e ha all’attivo il superamento di alcuni problemi che finora hanno limitato lo sviluppo di questa novità.
Il nuovo ritrovato del progetto CONTACT , finanziato dall’UE, per mano dell’ Università Tecnica di Ilmenau ha superato la grande sfida: “Abbiamo rilevato che nello stampare il primo livello associato con il processo produttivo di un display a cristalli liquidi, distruggevamo lo strato preesistente – spiega Alan Mosley, coordinatore del progetto – Occorre infatti impiegare solventi aggressivi che attaccano i materiali organici”.
Per il superamento di questo ostacolo si sono impegnati molti ricercatori, tra cui quelli dell’ Imperial College di Londra: sono riusciti a modificare inchiostri ed altre sostanze con cui viene costruito il primo strato in modo tale da resistere ai solventi . Come risultato, esiste ora un processo di stampa dei livelli dei display TFT compatibile anche con le sostanze organiche .
La prossima sfida che il gruppo si propone di superare è di rinnovare l’ attuale piattaforma di stampa (vedi figura), rendendola più sofisticata. Benché la precisione sia già molto elevata (25 micron di spaziatura tra i livelli), il nuovo sistema si propone di scendere a 10 micron, con l’aiuto di una specifica telecamera che sorveglia la perfetta esecuzione.
Il mondo dei display flessibili e dei materiali intelligenti si avvicina dunque sempre più: benché la nuova Labratester 2 potrà stampare solo un limitato numero di display, i ricercatori sperano di poter applicare i progressi finora raggiunti a future stampanti più veloci.
Marco Valerio Principato
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