Grazie ad una sovvenzione di 30 milioni di dollari, elargita dalla National Science Foundation (NSF) all’Università del Texas, e con la collaborazione di aziende come Dell, Intel e Seagate, è stata avviata la realizzazione di Stampede 2 , il successore del supercomputer Stampede, attualmente al numero 10 del ranking mondiale dei supercomputer , e con alle spalle oltre 7 milioni di simulazioni e analisi dati elaborati per decine di migliaia di ricercatori.
Schedulato per divenire operativo nel corso del 2017, Stampede 2 sarà ospitato nel Texas Advanced Computing Center (TACC) della Università del Texas di Austin e utilizzerà un mix composto da coprocessori Xeon Phi Knight Landing a 72 core con processo produttivo a 14 nm, ognuno capace di sviluppare una potenza di 3 TeraFLOPS, e processori Xeon di nuova generazione, per una potenza complessiva pari a 18 petaFLOPS, più del doppio di quella attuale .
Gli Xeon Phi utilizzati per lo Stampede 2, oltre ai nuovi core, portano al proprio interno altre importanti novità, come i moduli multi-channel DRAM (MCDRAM) , che offrono prestazioni quattro volte superiori in termini di bandwidth rispetto alle precedenti memorie DDR4 e possono operare come cache di terzo livello, memoria convenzionale ad elevate prestazioni, o come combinazione delle due cose.
Nell’ultima fase dello sviluppo, la cui data precisa non è stata comunicata, in alcuni nodi dello Stampede saranno introdotte anche memorie non volatili 3D XPoint , una tecnologia lanciata da Intel e Micron nel 2015 che promette costi inferiori rispetto alle normali DRAM, e allo stesso tempo prestazioni superiori rispetto alle NAND Flash.
La trasmissione dati tra i vari nodi, infine, non sarà più affidata all’architettura Infiniband FDR a 56 Gbps, ma alla nuova Omni-Path Architecture di Intel, che offre bandwidth di 100 Gbps.
Nonostante tutto, comunque, Stampede 2 non detronizzerà l’attuale numero uno della Top 500, il supercomputer cinese Tianhe-2 , che continuerà a guardare tutti dall’alto dei suoi 3.120.000 core e circa 55 TeraFLOPS di picco, anche se dovrebbe comunque entrare nella top 5.
Lo sviluppo di Stampede 2 arriva in un momento di particolare fermento nel mondo accademico e scientifico. Dal 2005 ad oggi, infatti, il numero di istituzioni che hanno utilizzato infrastrutture simili è raddoppiato, il numero dei ricercatori si è triplicato e il numero di utenti attivi addirittura quintuplicato. Secondo Dan Stanzione, a capo del TACC, “la gestione dati e la capacità di calcolo su larga scala offerta da sistemi come Stampede e Stampede 2 è cruciale per l’innovazione in quasi tutte le aree della ricerca e sviluppo, dal fornire spunti per teorie fondamentali, ad applicazioni pratiche con effetti a breve termine sulla società”. “Stampede – spiega – è stato utilizzato per fare di tutto, dal determinare il rischio di un terremoto a supportare la realizzazione di edifici civili e industriali fino al calcolo della più grande dimostrazione matematica mai realizzata”.
L’analisi della quantità di ricercatori che hanno avuto accesso a supercomputer come Stampede svela come Obama abbia avuto un’ottima idea quando lo scorso anno istituì la National Strategic Computing Initiative (NSCI) (NSCI), un’iniziativa pensata per “garantire che gli Stati Uniti continuino a primeggiare” nel campo dell’High-Performance Computing (HPC) nel corso delle prossime decadi.
Fiore Perrone