Roma – Pubblichiamo integralmente la risposta del ministro all’Innovazione Lucio Stanca all’interrogazione del parlamentare Russo Spena sulla capacità del Governo di offrire garanzie ai cittadini in termini di tutela della riservatezza
Signor Presidente,
ero già a conoscenza delle preoccupazioni, espresse dal Garante della protezione dei dati personali, prof. Stefano Rodotà, richiamate dall’Onorevole Russo Spena.
Dirò subito che nostro obiettivo è migliorare la qualità della vita dei cittadini con l’uso delle nuove tecnologie nel rispetto della sicurezza e della privacy.
Sotto questo profilo sto operando in fattiva collaborazione con il Garante, e condivido pienamente la sollecitudine per la più efficace tutela della riservatezza.
Le preoccupazioni espresse nell’interrogazione vanno tuttavia collocate nell’ambito di una considerazione globale dei benefici socio-economici che scaturiscono dall’innovazione tecnologica; infatti, è senz’altro positivo il crescente sviluppo di banche dati di grandi dimensioni in quanto esse comportano innegabili vantaggi, oltre che nello svolgimento dell’attività amministrativa, anche nel migliorare in generale la qualità della vita dei cittadini e nel promuovere le attività produttive ed economiche.
Le banche dati, per loro stessa natura, perciò, non sono un male ; il problema della tutela dei diritti delle persone e della sicurezza delle informazioni nasce invece in relazione all’uso che delle stesse può farsi; è quindi necessario sotto questo profilo governare i processi di sviluppo e promuovere le regole per il rispetto dei diritti. Sottolineo che la tecnologia stessa già consente una elevata tutela della privacy e sul piano normativo esistono incisive disposizioni, tra l’altro di recente riordinate nel cosiddetto “Codice della privacy” proposto dal Governo.
Sul piano internazionale ricordo che i miei Uffici già seguono attivamente, insieme al Garante per la protezione dei dati personali, i lavori delI’OCSE relativi a sicurezza e privacy da cui è scaturito il documento “Privacy on-line – policy e practical guidance” , le cui indicazioni stiamo già mettendo in pratica.
Inoltre, partecipiamo ad un gruppo di lavoro interministeriale per il recepimento della Convenzione di Budapest sul “cybercrime” attraverso un disegno di legge di ratifica il cui obiettivo primario è quello di evitare che le reti informatiche e l’informazione elettronica siano utilizzate per commettere reati, anche in violazione della privacy.
Numerose, poi, sono state le iniziative europee e internazionali, a cui il nostro Paese ha partecipato, in materia di rischi connessi allo sviluppo della Società dell’Informazione. A titolo puramente esemplificativo si ricordano la Conferenza mondiale sulla privacy del settembre 2002 tenutasi a Cardiff e la riunione annuale dei Garanti europei tenutasi a Siviglia il 3 e 4 aprile 2003.
Ma di fondamentale importanza è il documento conclusivo cioè la dichiarazione ministeriale approvata nel corso della conferenza europea tenutasi a Cernobbio il 7 e 8 luglio scorsi nel quale si afferma, in un apposito paragrafo, che la realizzazione di servizi pubblici on-line nei Paesi dell’Unione dovrà tenere pienamente presenti le regole concernenti la protezione dei dati personali come indicati nella Carta europea dei diritti fondamentali e nelle altre normative europee; sul documento si sono espressi favorevolmente tutti i ministri europei e il documento stesso sarà poi ratificato entro l’anno dal Consiglio europeo per la società dell’informazione.
Inoltre il Governo italiano al vertice mondiale sulla società dell’informazione organizzato dall’ONU, che si terrà a Ginevra nel prossimo dicembre, porrà la questione del rispetto della privacy come condizione per lo sviluppo e l’innovazione tecnologica e stimolerà ogni iniziativa utile da promuovere a livello mondiale.
Alla luce delle considerazioni svolte, ritengo che il Governo stia già affrontando, in modo efficace e in una dimensione sovranazionale, il problema della tutela dei dati personali in relazione al sempre maggiore utilizzo delle nuove tecnologie.