Roma – 17 tonnellate di carta. Tanto è il risparmio ottenuto dal ministero degli Esteri grazie alla posta elettronica nelle sole comunicazioni con le sedi estere mentre con la diffusione delle mailbox per i propri dipendenti ha praticamente annullato lo smistamento di carta al proprio interno.
Così il ministro all’Innovazione e alle Tecnologie Lucio Stanca, intervenuto ieri alla Conferenza Nazionale dell’Alta Dirigenza dello Stato, ha descritto con un esempio quelli che ha definito gli enormi vantaggi della Pubblica Amministrazione nell’uso dell’email. Vantaggi che vanno da una migliore comunicazione con i cittadini ad una maggiore efficienza dei processi interni.
Tutto questo secondo Stanca dimostra la grande urgenza dell’attuazione del progetto di sviluppo dell’email nella PA. “Entro la fine della legislatura – ha affermato – la posta interna della PA dovrà essere esclusivamente in e-mail”. Occorre, cioè, “attivare una casella email per ogni dipendente”.
Stanca ha anche sostenuto che nella visione di una PA moderna e tecnologica non c’è più spazio per un lavoro amministrativo per competenza, “in cui ogni amministratore opera nella difesa del perimetro di attribuzioni normative”, perché la chiave è la cooperazione tra le amministrazioni che proprio grazie alle infrastrutture telematiche può assumere nuovo slancio. “In una logica di amministrazione moderna in rete – ha continuato – è l’informazione che circola da un sistema ad un altro”.
Conseguenza di tutto ciò secondo il Ministro è la possibilità per il cittadino, da casa, dall’ufficio o dall’estero di interloquire con la PA ed “accedere ad una infinità di servizi on-line, ponendo così fine alle code”.
“Con l’e-Government oggi e con l’e-Democracy domani – ha poi continuato il ministro – stiamo assistendo ad un processo storico, come il passaggio dallo stato feudale a quello moderno”.
In questo senso un programma di formazione per gli alti dirigenti dello Stato sarà attivato insieme al ministero della Funzione Pubblica “per favorire la conoscenza delle positive implicazioni derivanti dall’impiego delle nuove tecnologie nella organizzazione pubblica”. “Sono ancora troppi i funzionari – ha concluso – che temono le politiche del cambiamento, ossia la modernizzazione dello Stato e l’amministrazione elettronica”.