StarCraft II , il blockbuster di casa Blizzard che ha sin qui collezionato milioni di copie vendute, qualche problemino tecnico di non secondaria importanza e discusse policy di gestione delle mod degli utenti, è al centro del nuovo pugno di ferro della software house californiana, che si scaglia contro i cheater del videogaming online. Chi bara verrà punito severamente, promette Blizzard.
“Blizzard Entertainment ha sempre considerato molto seriamente il cheating in ogni sua forma – dice la software house – e StarCraft II non fa differenza”. Ragion per cui, qualora un giocatore venisse scoperto nell’atto di barare o “usare hack o modifiche di qualsiasi forma”, come stabilito dall’EULA del gioco quel giocatore “può essere messo permanentemente al bando dal gioco”. Blizzard vuole che i suoi utenti giochino pulito, senza client alterati o qualsivoglia sistema in grado di fornire vantaggi indebiti sugli avversari nelle sessioni multiplayer.
L’esigenza di minacciare una misura estrema come l’estromissione permanente arriva dalla stessa dimensione delle community che la corporation si trova a gestire, un impero che va dalla piccola nazione di World of Warcraft a StarCraft stesso, che nella Corea del Sud è diventato uno sport nazionale già molto prima del lancio della seconda iterazione della serie.
La possibilità del blocco permanente dell’account di StarCraft II è resa ancora più minacciosa dal fatto che i suoi effetti si riverberano anche nelle partite in locale: il gioco necessita di un’autenticazione mensile sul network Battle.net anche solo per completare la campagna in solitaria, ragion per cui ai furbi e i disonesti verrebbe tolta anche la speranza di giocare contro il computer a meno di non acquistare una nuova copia del gioco.
Alfonso Maruccia