StarCraft II, moddare con moderazione

StarCraft II, moddare con moderazione

Il gioco per PC più venduto del 2010 pone pesanti limitazioni ai contenuti aggiuntivi realizzabili dagli utenti. Blizzard relega la libertà dello user generated content a un passato glorioso e già lontano
Il gioco per PC più venduto del 2010 pone pesanti limitazioni ai contenuti aggiuntivi realizzabili dagli utenti. Blizzard relega la libertà dello user generated content a un passato glorioso e già lontano

Fa discutere la policy di gestione dei contenuti utente implementata in StarCraft II , il gioco per PC che ha sbancato nei negozi e ha bruciato – letteralmente – le schede grafiche più sensibili. Il nuovo – e ampiamente annunciato – capolavoro di Blizzard permette agli utenti di creare mappe personali e metterle a disposizione degli altri giocatori sulla piattaforma Battle.net , ma Blizzard si riserva tutti i diritti di cancellare le succitate mappe qualora emergessero contenuti “offensivi” o inappropriati rispetto al rating (“Teen”) del gioco.

Il fattaccio è emerso dopo la denuncia del creatore della mappa Ultimate Tank Defense , cancellata da Blizzard senza alcun avviso nonostante all’apparenza non contenesse alcun contenuto offensivo per i giocatori. La discussione sui forum Blizzard ha poi coinvolto anche i dipendenti della casa californiana che hanno infine spiegato: le mappe utente di StarCraft II vengono revisionate attentamente dal personale della software house e, qualora fosse individuato qualcosa che non va, vengono cancellate da Battle.net e l’autore viene contattato via email.

La nuova policy Blizzard per la gestione degli User Generated Content servirebbe a “promuovere un ambiente divertente e sicuro per tutti i giocatori”, e nella fattispecie la mappa Ultimate Tank Defense è stata cancellata perché una certa ondata di unità nemiche somigliava troppo da vicino a una svastica sulla minimappa di gioco – un simbolo che nella storia dell’umanità ha assunto significati sia positivi che estremamente negativi .

Ma per Blizzard, attivamente impegnata a “ripulire” il suo nuovo blockbuster per evitare di sforare il rating T del gioco e prestare il fianco a critiche o peggio, una svastica è sufficiente a far scattare la censura per far sì che StarCraft II torni a essere un “ambiente divertente e sicuro per tutti i giocatori”. Al contrario che in passato, la software house statunitense può ora permettersi tutte le risorse necessarie a gestire attivamente questo genere di blindatura sui contenuti prodotti e messi online dagli utenti.

Lontani sono i tempi in cui la produzione di UGC per videogame era libera e assolutamente non vincolata ad alcun pre-requisito approvato dal produttore . D’altronde Blizzard non fa altro che seguire la sempre più diffusa tendenza a costruire “giardini murati”: una tendenza che favorisce il controllo e la monetizzazione degli UGC ma nel contempo priva l’esperienza di gioco della varietà che ha caratterizzato – nel bene e nel male – i giochi moddabili dai tempi di Wolfenstein 3D in poi.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
9 ago 2010
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