L’indiscrezione trapelata negli ultimi giorni è stata confermata dalla NASA durante una teleconferenza. I due astronauti (Butch Wilmore e Suni Williams) arrivati sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) con la navicella Boeing Starliner potrebbero ritornare sulla Terra a bordo della Dragon Freedom di SpaceX che verrà usata per la missione Crew-9.
Problemi hardware e software
Il problema principale riguarda i propulsori del Reaction Control System che servono per le operazioni di undocking e deorbiting. Cinque dei 28 propulsori utilizzati durante la procedura di avvicinamento alla ISS si sono spenti. Quattro sono stati successivamente riaccesi, consentendo l’attracco alla ISS.
Dopo aver eseguito i test su uno dei propulsori disponibili nella White Sands Test Facility in New Mexico, gli ingegneri hanno scoperto rigonfiamenti di una guarnizione in Teflon di una valvola che potrebbe causare una riduzione del flusso del propellente (tetrossido di azoto) che viene combinato con idrazina. Non è chiaro ancora perché si formano i rigonfiamenti, ma Boeing ritiene che ci siano le condizioni per un rientro in sicurezza.
La NASA vuole invece essere certa al 100% che il sistema di controllo reazione funzioni correttamente durante le operazioni di undocking e deorbiting. Per questo motivo ha previsto una soluzione di emergenza. A bordo della Dragon Freedom della missione Crew-9 (posticipata al 24 settembre) potrebbero esserci solo due astronauti. Gli altri due posti verrebbero occupati dagli astronauti Butch Wilmore e Suni Williams, quando la navicella ritornerà sulla Terra a febbraio 2025. La decisione finale verrà presa entro metà agosto.
In tal caso sarà necessario aggiornare il software di volo della navicella Boeing Starliner per consentire le operazioni di undocking e deorbiting in maniera autonoma (senza astronauti a bordo). Ciò richiederà almeno quattro settimane di test.