La tecnologia di Starlink è ormai più di una bella promessa: la possibilità di connettersi a Internet attraverso una costellazione di satelliti in orbita fa gola a molti, soprattutto a chi per motivi legati in primis al divario digitale ancora oggi non dispone di un accesso affidabile alla Rete. Il suo impiego non è da escludere nemmeno in ambito militare come testimonia l’interesse dell’Air Force statunitense.
I satelliti di Starlink per l’Air Force statunitense
L’aeronautica militare USA ha già incaricato il fornitore Ball Aerospace di collaborare con SpaceX con l’obiettivo di sperimentare la possibilità e creare antenne adatte allo scopo. Quest’ultima si è inoltre già interfacciata con la Federal Communications Commission al fine di ottenere le nuove autorizzazioni necessarie.
SpaceX desidera apportare modifiche minori alla propria autorizzazione per le sperimentazioni al fine di condurre attività di test aggiuntive con il governo federale.
Stando ai documenti emersi, uno dei test programmati verrà condotto in una struttura di Redmond (Washington) prevedendo la trasmissione di informazioni tra basi, velivoli e mezzi di terra. A finanziare l’operazione il programma Defense Experimentation Using Commercial Space Internet del Research Laboratory’s Defense Experimentation di Air Force con un contratto da 9,7 milioni di dollari sottoscritto nell’estate scorsa.
Non tutti però vedono di buon occhio il sistema approntato da Starlink. Di recente in Italia è stata lanciata una petizione chiedendo di fissare uno numero massimo di satelliti in orbita e di garantire che il loro funzionamento non interferisca in alcun modo con l’attività dei radiotelescopi terrestri. L’obiettivo dei promotori è quello di combattere il fenomeno dell’inquinamento luminoso ed evitare la compromissione delle osservazioni radio-astronomiche.