C’è almeno un medico che avverte del rischio: telefoni cellulari, iPod e dintorni, secondo Todd Rosengart, direttore del reparto di cardiochirurgia toracica dell’ ospedale universitario Stony Brook , sarebbero potenziali latori di allergie .
Rosengart, che è anche consigliere di MDX Medical e creatore di Vitals , spiega che “oltre alle tipiche allergie da polline, dilaganti durante i mesi della primavera, i tecnofili dovranno prestare attenzione ad alcuni dei propri gadget preferiti, che possono essere causa di determinati sintomi allergici”.
I cellulari, ad esempio, secondo Rosengart possono aggredire utenti sensibili ai metalli e ai minerali impiegati nel processo di fabbricazione. Il nichel, largamente impiegato nelle batterie, è additato come uno dei principali responsabili di allergie dermatologiche da contatto e può favorire lo sviluppo di eruzioni o altre anomalie cutanee.
Non è la prima volta che i rischi connessi al contatto con determinate sostanze saltano agli onori della cronaca: lo scorso ottobre Greenpeace aveva analizzato un iPhone, rilevando che molte sostanze rientravano nei limiti di legge ma sottolineando come l’apparecchio risultasse ricco di PVC , cloro , ftalati e molti composti ritardanti di fiamma a base di bromo, con il risultato, in quel caso, di risultare potenzialmente ostili al normale sviluppo dei genitali maschili.
Ma di nichel e di composti potenzialmente dannosi si parla ormai ovunque . C’è quindi chi finisce per chiedersi come mai ancora non si applichino delle etichette sulle confezioni che specifichino chiaramente se l’oggetto in questione contenga o meno tracce di nichel, cobalto, cromo o altre sostanze “a rischio”. Sostanze peraltro contenute in moltissimi oggetti che di elettronico non hanno nulla né garantiscono certo le prime pagine come cellulari e iPod.
Marco Valerio Principato
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