Clean Network: così gli USA vogliono mettere offline la Cina

Cinque nuovi punti per la Clean Network degli USA

Sviluppatori di applicazioni mobile, provider di servizi cloud, operatori di telecomunicazioni: tutti interessati dal programma statunitense.
Cinque nuovi punti per la Clean Network degli USA
Sviluppatori di applicazioni mobile, provider di servizi cloud, operatori di telecomunicazioni: tutti interessati dal programma statunitense.

Via le applicazioni cinesi ritenute “non attendibili” dagli store americani. È l’ultima presa di posizione degli Stati Uniti in una escalation di proclami che vede Washington e Pechino ormai ai ferri corti. Questa volta è attribuita a Mike Pompeo, Segretario di Stato. Rientra in un programma di più ampio respiro che oltreoceano è stato battezzato Clean Network, uno sforzo finalizzato a sgombrare il campo da qualsiasi possibile fonte di minacce per la sicurezza nazionale.

Stati Uniti, Clean Network: nuovi paletti alla Cina

Citate direttamente WeChat e TikTok, quest’ultima al centro di una trattativa tra Microsoft e ByteDance per trovare un accordo multimiliardario. Prevista inoltre una collaborazione tra il Dipartimento di Stato, quello del Commercio e il Pentagono al fine di limitare l’attività dei provider di servizi cloud provenienti dalla Cina per quanto concerne la raccolta, l’immagazzinamento e l’elaborazione delle informazioni negli USA. Queste le parole di Pompeo.

Con le parent company localizzate in Cina, applicazioni come WeChat, TikTok e altre rappresentano un rischio significativo per i dati personali dei cittadini americani nonché strumenti per la censura dei contenuti da parte del Partito Comunista Cinese.

Era stato lui ormai un mese fa a parlare per primo del possibile ban a TikTok, quando ancora l’applicazione non era finita al centro di un confronto tra le due superpotenze mondiali e ben prima che si iniziasse a discutere dell’ipotesi acquisizione.

Il programma Clean Network prevederebbe inoltre il divieto per alcuni produttori cinesi di smartphone (Huawei in primis) di effettuare la pre-installazione o la distribuzione attraverso i propri store di applicazioni ritenute “trusted” ovvero fidate, affidabili. Verrebbe poi impedita la connessione ai network statunitensi da parte degli operatori con base in Cina e qualsiasi controllo da parte di Pechino sui cavi sottomarini che connettono gli Stati Uniti a Internet nonché al resto del mondo. Ricapitolando, sono cinque i nuovi punti inseriti:

  • Clean Carrier: divieto per gli operatori cinesi di connettersi ai network americani;
  • Clean Store: rimozione di app ritenute non affidabili dagli store statunitensi;
  • Clean Apps: divieto di preinstallare o distribuire applicazioni di origine USA per alcuni produttori cinesi di smartphone;
  • Clean Cloud: divieto di salvare informazioni sensibili e personali a proposito di cittadini americani, business, ricerca e proprietà intellettuali in sistemi cloud accessibili da realtà come Alibaba, Baidu e Tencent;
  • Clean Cable: garantire che i cavi sottomarini impiegati dagli Stati Uniti non vengano manomessi dalla Cina per intercettare le informazioni trasmesse.
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Pubblicato il
6 ago 2020
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