L’amministrazione Biden-Harris ha confermato i finanziamenti per la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) fino al 2030. La NASA ha quindi aggiornato il report sulla transizione verso i servizi commerciali. Nel documento sono indicate le attività che verranno eseguite nei prossimi 10 anni, inclusa quella che porterà alla distruzione della ISS con il rientro nell’atmosfera terrestre.
ISS: deorbitazione a gennaio 2031
La Stazione Spaziale Internazionale è operativa da oltre 23 anni e abitata da oltre 20 anni. La struttura primaria non può essere riparata, quindi da tempo è stato deciso un piano di abbandono graduale della ISS e la successiva distruzione. Secondo il report aggiornato, la procedura di deorbitazione inizierà ad ottobre 2026. Lentamente verrà ridotta l’altitudine fino ad arrivare al punto di non ritorno, ovvero circa 290 Km.
Tra maggio e settembre 2030, la stazione spaziale ospiterà l’ultimo equipaggio. La ISS entrerà nell’atmosfera terrestre entro gennaio 2031. I detriti cadranno nell’Oceano Pacifico nei pressi di Point Nemo. Per la manovra di deorbitazione verranno utilizzati i propulsori della ISS e la spinta di almeno tre navicelle Progress.
Ovviamente gli Stati Uniti non vogliono interrompere le esplorazioni spaziali, per cui a partire dal 2024 inizierà la costruzione della stazione spaziale di Axiom (finanziata in parte dalla NASA). I moduli verranno collegati al Nodo 2 (Harmony) della ISS e successivamente diventeranno la prima stazione spaziale commerciale (due moduli sono costruiti da Thales Alenia Space).
La NASA ha concesso finanziamenti anche a Blue Origin, Nanoracks e Northrop Grumman per la costruzione delle loro stazioni spaziali. Se tutto procederà come previsto, la ISS verrà rimpiazzata da quattro stazioni spaziali commerciali.