La NASA ha comunicato che la Russia rimarrà sulla Stazione Spaziale Internazionale fino al 2028. Stati Uniti, Europa, Giappone e Canada supporteranno le operazioni fino al 2030. Nel frattempo verrà completata la costruzione della Axiom Space Station che prenderà il posto della ISS, quando quest’ultima verrà distrutta con il rientro nell’atmosfera terrestre.
Russia sulla ISS fino al 2028
In seguito all’invasione dell’Ucraina e alle conseguenti sanzioni internazionali inflitte alla Russia, l’agenzia spaziale Roscosmos aveva comunicato che avrebbe interrotto la collaborazione con gli altri paesi dopo il 2024. La NASA aveva però smentito, in quanto non erano arrivate conferme ufficiali. Roscosmos ha annunciato lo scorso 25 aprile l’invio ai partner della seguente lettera scritta dal capo Yuri Borisov:
Con la presente vi informo che il governo della Federazione Russa ha approvato l’estensione della partecipazione della Russia al programma della Stazione spaziale internazionale fino al 2028. Il programma ISS è il progetto internazionale più grande e di maggior successo nel campo dello spazio e sono lieto che un laboratorio così unico continuerà il suo lavoro e contribuirà alla realizzazione delle idee più audaci dell’umanità nell’esplorazione dello spazio.
Ieri è arrivata la conferma della NASA. Sulla ISS ci saranno sempre astronauti fino al 2030. L’agenzia spaziale statunitense sottolinea che “nessun partner ha attualmente la capacità di far funzionare la stazione spaziale senza l’altro“. I moduli statunitensi ed europei forniscono energia elettrica (tramite i pannelli solari), l’ossigeno e l’acqua. I moduli russi servono invece per controllare l’assetto.
Se la Russia dovesse abbandonare la ISS in anticipo, le altre agenzie spaziali dovranno trovare una soluzione per mantenere in orbita la stazione. I motori delle navicelle Progress, collegate al modulo russo Zvezda, vengono accesi per correggere l’orbita (le stesse navicelle dovrebbero spingere la stazione verso l’atmosfera terrestre). In caso di emergenza potrebbero essere usate le navicelle Cygnus di Northrop Grumman o le Crew/Cargo Dragon di SpaceX.