Colpa dell’atmosfera intima del ristorante? Merito delle fragranti prelibatezze che hanno ingerito? Difficile dire se sia stato il cibo o l’ambiente, di certo però è proprio una cena a Rotterdam tra il CEO di Microsoft Steve Ballmer e il capo dell’antitrust europeo Neelie Kroes ad aver portato ad un risultato sorprendente: il big di Redmond non contesterà la decisione del Tribunale europeo di prima istanza del mese scorso, ergo chinerà la testa dinanzi ai voleri delle autorità comunitarie.
I dobloni in gioco
Un inchino che potrà costare molto all’azienda: sebbene si tratti di cifre contenute viste le dimensioni della Corporation, il Wall Street Journal tenta di fare i conti sul costo della pace . L’autorevole quotidiano finanziario calcola 497 milioni di euro, quelli previsti fin dalla prima decisione antitrust, a cui si potrebbero facilmente aggiungere i 281 milioni di euro della seconda multa antitrust qualora Microsoft decidesse, ed è nell’aria, di rinunciare al ricorso già presentato per questa specifica porzione delle sanzioni.
A questi pagamenti si sommeranno anche quelli delle multe variabili , ossia il quantum richiesto dalle autorità antitrust come sanzione quotidiana a Microsoft per ogni giorno passato da quando avrebbe dovuto “ubbidire” alle richieste dell’antitrust. Un quantum che Kroes dopo la cena ha dichiarato essere di 3 milioni di euro, con il conteggio dei giorni di multa che si conclude proprio il giorno della cena. Tutto questo potrebbe costringere Microsoft a versare a Bruxelles un assegno di oltre un miliardo di euro . Ma le cifre esatte ancora non sono state stabilite, né è certo che Microsoft su almeno alcune di queste non voglia successivamente presentare ricorsi. Peraltro il Financial Times ricorda come Microsoft abbia già allocato qualcosa come 1,6 miliardi di euro per far fronte al complesso delle sanzioni europee.
La questione delle licenze
Sì, perché l’intesa Bruxelles-Microsoft non verte tanto sulle multe quanto invece sul modo in cui verrà garantita l’interoperabilità dei middleware concorrenti in Windows. Si parla cioè del consentire alle softwarehouse che competono con Microsoft l’accesso a certi protocolli server di Windows sui quali per anni Ballmer e Kroes hanno battagliato. Ora Microsoft ha accettato di consentire ai propri competitor di accedere a quei protocolli mediante l’acquisto di una licenza ad hoc che costerà loro molto meno di quanto inizialmente richiesto dall’azienda: si potrà accedere a quelle informazioni pagando un una tantum di 10mila euro , anziché dover pagare royalty a Microsoft. E, soprattutto, potranno accedervi anche sviluppatori open source .
Qualora i licenziatari delle informazioni ritengano poi di dover ottenere da Microsoft anche licenze su brevetti, allora il big di Redmond avrà il diritto di far pagare queste seconde licenze lo 0,4 per cento delle entrate previste dal competitor per il prodotto che va a sviluppare (Microsoft inizialmente imponeva il 5,95 per cento).
Nelle intenzioni della Commissione europea quei dati serviranno a tutti i competitor dell’azienda sebbene, come suggerisce InformationWeek , il mercato è fortemente cambiato da quando il processo antitrust in Europa è iniziato ed oggi i vantaggi ai competitor che possono derivare da tutto questo sembrano assai più limitati di quanto avrebbero potuto essere anni addietro.
Antitrust più forte?
I commenti dei giornali statunitensi, che seguono naturalmente da vicino l’evoluzione della vicenda Microsoft-Bruxelles, tendono a focalizzarsi sul ruolo dell’antitrust europeo, ruolo che a loro dire oggi viene rafforzato , perché Kroes&C. hanno dimostrato non solo di poter costringere una mega-corporation ad operare entro certi paletti ma anche di poter intervenire sulle politiche con cui una softwarehouse dispone del proprio codice. C’è persino chi, come Forbes , sostiene che i successi dell’antitrust europeo si ripercuoteranno sulla situazione di altre grandi corporation della tecnologia statunitense finite all’esame di Bruxelles. Il nome è quello di Intel.
Il dimenticato Windows N
Nei tre punti toccati dall’accordo Ballmer-Kroes il vistoso assente è Windows N, la versione “light” di Windows confezionata su richiesta delle autorità europee dal big di Redmond. Una versione del sistema operativo priva di Windows Media Player che Microsoft ha proposto come richiesto dall’antitrust ma che non ha avuto fin qui alcun riscontro sul mercato.
Nello statement diffuso ieri da Microsoft si legge, tra le altre cose: “non faremo appello (…) e continueremoa lavorare da vicino con la Commissione e l’industria per garantire che l’information technology in Europa e nel resto del mondo possa continuare a crescere in un ambiente competitivo”. Una dichiarazione di cui Kroes in giornata ha dichiarato di essere felice.