Disponibile al download in Francia fin da inizio giugno, debuttata con un paio di settimane d’anticipo rispetto alla nostra Immuni, l’applicazione transalpina per il contact tracing non può essere fin qui considerata un successo almeno in termini numerici. Sono tra i 2 e i 2,5 milioni i download registrati dalle versioni Android e iOS di StopCovid.
Il contact tracing francese non decolla
Troppo pochi per pensare di poter rendere la sua azione efficace su un territorio vasto e per una popolazione che conta circa 67 milioni di cittadini. Le motivazioni sono da ricercare anzitutto in una percezione del rischio falsata dal calo dei nuovi contagi che spinge molti a credere di non averne bisogno perché la crisi sanitaria sarebbe ormai alle spalle, senza dimenticare i timori legati alla privacy sollevati da più parti, giustificati o meno. Questo il commento di Cédric O, ministro responsabile per il digitale, da cui trapela un certo malcontento per i risultati fin qui ottenuti.
Ammetto che è un po’ difficile trarre conclusioni, è un po’ presto. Credo però non saremo felici se l’epidemia ritornerà pur avendo questo strumento a disposizione per la tutela della salute.
A differenza di quanto avviene in Italia con Immuni e in altri territori con applicazioni basate sulla tecnologia messa a disposizione dalla partnership Google-Apple, in Francia si è deciso di optare per un approccio centralizzato alla gestione dei dati. Una scelta che ha fatto fin da subito storcere il naso a molti per ragioni legate alle modalità di gestione delle informazioni e perché così facendo si rischia di non poter più avanti integrare l’app con le altre europee nel nome dell’interoperabilità a livello continentale.