Risale al 2018 l’inizio delle operazioni invocato dal MISE, risale a questi giorni la consultazione pubblica finale: si snocciolano così i passi che l’Italia sta compiendo nella direzione dell’Intelligenza Artificiale, alla ricerca di linee guida di azione e investimento che possano dare una direzione precisa agli sforzi del paese in questo strategico settore.
Intelligenza Artificiale: la consultazione pubblica
La consultazione pubblica è stata aperta il 19 agosto e terminerà il 13 settembre: sebbene i tempi siano quelli previsti dalla roadmap iniziale, quello che forse non ci si attendeva era una improvvisa crisi di Governo che avviene proprio in concomitanza con questo importante passaggio relativo al documento sulla Strategia nazionale sull’IA. Quello che il Ministero chiede è un ampio confronto sulle direttrici sviluppate in questo anno di lavoro, aprendo al pubblico le conclusioni del team di esperti per consentire a chiunque di vagliare, criticare e migliorare i contenuti.
Il documento sulla Strategia nazionale sull’Intelligenza Artificiale è composto da un capitolo iniziale in cui si parla della visione italiana, seguito poi da nove capitoli che corrispondono ognuno a nove obiettivi che la strategia si propone di raggiungere: incrementare gli investimenti pubblici e privati, potenziare l’ecosistema della ricerca e dell’innovazione, sostenere l’adozione delle tecnologie digitali, porre l’Intelligenza Artificiale al servizio della forza lavoro, sfruttare il potenziale dell’economia dei dati, consolidare il quadro normativo etico, promuovere la consapevolezza e la fiducia nell’intelligenza artificiale tra i cittadini, rilanciare la pubblica amministrazione e rendere più efficienti le politiche pubbliche, favorire la cooperazione europea ed internazionale per un’intelligenza artificiale responsabile e inclusiva.
Chiunque voglia partecipare allo sviluppo della strategia nazionale ha la libera possibilità di accedere ai documenti ed ai form di interazione attraverso l’apposita area dedicata sul sito del MISE.
Qualsivoglia intervento deve essere circostanziato nella cornice del Piano coordinato sull’Intelligenza Artificiale già stilato dalla Commissione Europea (con tanto di integrazioni successive incentrate sulla questione etica), punto di riferimento su cui ogni singola realtà nazionale opererà in seguito. L’attuale sforzo italiano è quello di un documento che metta a terra i principi concordati a livello comunitario, stilando una strategia che risponda al meglio alle capacità, alle necessità ed alle possibilità di investimento del nostro paese.
Il Governo Italiano è impegnato nella definizione di piani strategici per lo sviluppo e la diffusione di tecnologie digitali che, una volta attuati, porteranno ad una maggiore digitalizzazione delle imprese e della pubblica amministrazione e ad un conseguente guadagno in termini di competitività per il nostro Paese.
L’Intelligenza Artificiale (IA) è ritenuta, sia dal Governo Italiano che dall’Unione Europea, una delle tecnologie chiave per una nuova rivoluzione industriale guidata dalla transizione digitale. Per questo l’Italia si è impegnata ad elaborare una Strategia nazionale per l’IA, inserita nel quadro del Piano Coordinato Europeo sull’IA, che costituisce il contributo italiano ad un’azione sinergica tra i paesi membri dell’Unione europea. […]
Ritengo che da un confronto ampio con tutte le parti interessate emergeranno spunti utili per una efficace implementazione della strategia attraverso strumenti ed interventi mirati dello Stato, e auspico che questa strategia sia il punto di partenza per una affermazione dell’Italia come paese europeo all’avanguardia nelle tecnologie digitali.
Andrea Cioffi
Ogni opinione sulla strategia nazionale può essere inviata direttamente al sottosegretario Cioffi, ma ci permettiamo un dubbio: limitare a 300 caratteri le argomentazioni su un tema tanto importante, peraltro nella dubbia situazione di un Governo zoppo, sembra essere un modo poco incoraggiante per aprire la tematica al pubblico dibattito e all’aperta disamina. Tanto vale parlarne su Twitter, insomma. A maggior ragione, chiunque abbia qualcosa da obiettare sui documenti diramati farebbe oltremodo bene ad intervenire così che ogni eventuale mancanza possa essere segnalata nero su bianco. A futura memoria e per chiunque avrà modo di prendere il dossier in mano al termine delle prossime consultazioni del Presidente Mattarella.