Google ha reso noto che ricorrerà in appello contro la decisione della Corte superiore svizzera avversa al suo servizio Street View.
La Svizzera ha dimostrato la sua tradizionale attenzione ai temi della privacy adottando fin da subito un atteggiamento contrario alle foto scattate dalle macchine che Google ha sguinzagliato per le strade di tutto il mondo per la mappatura del suo servizio Street View.
Avversione che è diventata una causa avviata dall’ufficio federale per la protezione dei dati, e che è arrivata fino al tribunale amministrativo federale: questo ha stabilito che nelle foto scattate i volti di tutte le singole persone debbano essere resi irriconoscibili, tutte le aree interne delle abitazioni , compresi giardini e strade private, rimosse e le targhe di tutti i veicoli offuscate.
Inoltre impone l’obbligo di comunicare, con almeno una settimana di anticipo, le città che verranno fotografate dalle Google car e ciò che Mountain View intende pubblicare online.
Google già al momento della sentenza aveva definito “inattuabili” tali obblighi: pur avendo un software che sfuma ed elimina i dettagli come targhe e volti nel 99 per cento dei casi, per il resto occorrerebbe una puntigliosa scrematura manuale che determinerebbe un onere logisticamente impossibile . Tanto che ora l’azienda dichiara che se la decisione non fosse modificata il servizio Street View semplicemente non offrirebbe più le fotografie svizzere.
Mountain View, insomma, ha scelto di operare in modo drastico: anche le autorità svizzere hanno più volte ripetuto che la loro intenzione non è quella di bloccare Street View, ma quella di tutelare la privacy costituzionalmente protetta dei propri cittadini. Inoltre, a subire le conseguenze della rimozione delle immagini sarebbero un migliaio di siti Internet svizzeri che le impiegano in particolare per offrire informazioni turistiche o relative al mercato immobiliare, nonché “la metà degli svizzeri” che secondo Google avrebbe finora usufruito del servizio.
In altri paesi dove ha avuto problemi con Street View, come la Germania , Google ha offerto soluzioni alternative come l’opt-out per permettere agli utenti di rimuovere ex-post la propria dimora dalle foto e ha deciso di non scattarne di nuove.
Claudio Tamburrino