Sostenendo che non si è violata alcuna legge , Google ha chiesto ad un giudice di respingere la denuncia portata avanti dal Procuratore Generale del Connecticut, Richard Blumenthal, riguardante la consegna entro il 17 dicembre dei dati raccolti dalle Google car durante il servizio di mappatura per Street View.
“Non è illegale ai sensi della legge ricevere informazioni da reti che sono configurate in modo che le comunicazioni fatte su di loro sono facilmente accessibili al grande pubblico”. È quanto affermato da Mountain View nei documenti depositati alla Corte Distrettuale degli Stati Uniti.
Nonostante la legge federale sulle intercettazioni dichiari illegale raccogliere i dati provenienti dalle reti che non sono protette da password, Google afferma che essa contiene delle eccezioni.
La settimana scorsa Blumenthal in collaborazione con il Dipartimento statale per la tutela dei consumatori, aveva invitato una richiesta di indagine alla società per fare in modo che quest’ultima consentisse l’accesso ai dati raccolti con le Google car in modo tale da poter verificare il tipo di informazioni accidentalmente raccolte e memorizzate. Il gigante della ricerca si è rifiutato di consentire l’accesso ai propri dati alle autorità del Connecticut entro la data prevista dalla denuncia a suo carico. Il mancato accesso a tali dati ha concentrato l’attenzione sulla questione da parte delle agenzie governative negli Stati Uniti e in altri paesi compresi Regno Unito, Canada, Germania e Corea del Sud. Le autorità britanniche hanno chiesto a Google di cancellare i dati personali raccolti entro i prossimi nove mesi per evitare ulteriori azioni, nonostante il governo abbia già rifiutato di applicare una penale. Le reazioni negli Stati Uniti sono state molto differenti tra loro, variando in particolari stato e stato, e a seconda delle diverse agenzie federali.
Il Procuratore Generale Blumenthal ha criticato duramente Google per i passi indietro fatti a seguito delle dichiarazioni iniziali nelle quali rivendicava che la raccolta dei dati non era stata intenzionale e aveva più volte espresso il desiderio di cancellare il materiale illecitamente raccolto.
“Sono deluso – ha concluso Blumenthal – per il rifiuto di Google nel rispettare le mie richieste”. “Esamineremo tutte le informazioni che riceveremo e considereremo l’ipotesi di ulteriori azioni legali”.
Raffaella Gargiulo