La questione della privacy è probabilmente vissuta in maniera differente sulle due sponde dell’Atlantico. L’Unione Europea torna così a occuparsi di privacy e Google: stavolta è Articolo 29, che riunisce i Garanti di tutti i Paesi dell’UE , a inviare una lettera a BigG chiedendo maggiore rigore e precauzioni ulteriori a tutela dei cittadini europei.
I Garanti invitano innanzitutto Google ad indicare un rappresentate locale in ogni paese che faccia in modo che vengano rispettate tutte le singole normative nazionali sulla privacy.
Le chiede di avvertire le persone prima di sguinzagliare le sue macchine in giro per le città a raccogliere miriadi di immagini per la sua opzione Street View. Non basterebbero le notifiche esposte da BigG sul proprio blog, in cui si comunicano le aree battute dalle cam rotanti. A Mountain View, inoltre, è stato chiesto di conservare le fotografie originali non più per un anno ma solamente per sei mesi. Nonché di mantenere la riservatezza su targhe, numeri civici, volti e altri dati che non dovrebbero essere divulgati online.
Google, d’altronde, si è già dotata, per motivi di privacy già sollevati, di software per sfocare particolari sensibili (come i volti) fotografati : la questione era già stata opposta a Google in Europa.
Tuttavia sul banco restano ulteriori preoccupazioni da parte dei governi, situazione che ha contribuito a rallentare la diffusione capillare del servizio Street View in Europa. Anche se il vertice del team legale di Google in Germania aveva già dichiarato che è “difficile proibire a un’azienda di fare qualcosa di legale”, per esempio, la Germania ha espresso ancora preoccupazione, tanto che il Ministro per la Protezione dei Consumatori, Ilse Aigner, ha dichiarato di voler cercare “vie legali e possibili modifiche legislative” per impedire a Google di immortalare le immagini sotto accusa.
Claudio Tamburrino