Google non è infallibile, Google non può assicurare di tutelare la riservatezza degli utenti immortalati nelle panoramiche cittadine del servizio Street View. Gradiranno i voyeur da scrivania , i passanti scruteranno il traffico circospetti, coloro che abitano in strade private stanno iniziando a meditare sulle strategie legali da adottare qualora Google facesse loro visita.
Ad ammettere l’eventualità che le immagini diffuse online da Street View possano violare la privacy dei cittadini è Marissa Mayer, dirigente di Mountain View in visita in Australia. Le automobili deputate alla mappatura nei mesi scorsi hanno battuto a tappeto le strade australiane per fornire panoramiche a misura di pedone di piazze trafficate, viottoli dei quartieri residenziali e palazzi dei centri storici da aggiungere alle città esplorabili con il servizio.
Nei giorni scorsi si è riattizzato il dibattito riguardo alla privacy dei soggetti immortalati: una coppia di Pittsburgh non ha gradito l’intrusione dell’occhio di Google nella strada privata in cui abita e ha denunciato la grande G per aver violato l’intimità domestica della loro proprietà. Una violazione che avrebbe fatto precipitare il prezzo dell’immobile, motivo per cui la coppia ha chiesto di essere risarcita con 25mila dollari.
Interrogata a riguardo, Marissa Mayer ha ammesso la possibilità di errore: agli uomini Google a bordo delle occhiute automobili sono impartite delle istruzioni precise, ma è possibile che sfugga loro qualcosa , è possibile che, colti dalla smania della mappatura, imbocchino delle strade private . “Se non è ben segnalata come una strada privata, se al guidatore sfugge la segnalazione – ha spiegato Mayer – ecco che possiamo incorrere in errori”.
Per rimediare ad ogni situazione che possa infastidire gli utenti, Google consente loro di segnalare eventuali violazioni: in cambio dei dati personali , di un indirizzo email, di una fotocopia di un documento e poco più, Google promette di rimuovere testimonianze di tradimenti e scatti imbarazzanti , ma anche le semplici immagini di coloro che non gradiscono presenziare online.
Queste misure da innescare a posteriori non soddisfano però Australian Privacy Foundation , convinta che Google stia alimentando un panopticon globale: “Google ha un approccio sistematico nell’infiltrarsi nella vita della persone in un modo mai visto prima d’ora – ha spiegato un rappresentante dell’associazione – questo solleverà inevitabilmente dei problemi, vista l’incapacità di Google di gestire le questioni relative alla privacy”. Le affermazioni di Mayer rassicurano i tutori della privacy e i cittadini australiani solo a metà: le tecnologie che renderanno irriconoscibili tutti gli elementi che possono attentare alla riservatezza delle persone immortalate potrebbero non essere pronte per il lancio di Google Street View Australia.
Gaia Bottà
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