A muoversi implacabile è stato Timothy Pilgrim, garante della privacy in terra australiana. In una lettera ai vertici di Google, il commissario ha chiesto l’immediata distruzione dei dati raccolti a mezzo WiFi dal servizio di mappatura Street View , in seguito alla clamorosa ammissione di colpevolezza dello stesso gigante californiano.
Peter Fleischer, attuale global privacy counsel di BigG, aveva infatti confermato la mancata eliminazione di “una piccola porzione di dati” raccolti con le googlecar di Street View. Un errore che ha nuovamente scatenato il fuoco delle polemiche tra i vari garanti d’Europa. Pilgrim ha ora sottolineato come l’archiviazione prolungata delle informazioni personali possa portare a pericolosi abusi della privacy dei netizen .
“Vorrei che mi teneste aggiornato sulla faccenda – si legge nella lettera inviata dal garante australiano alla Grande G – Attendo conferma sulla distruzione dei dati in vostro possesso”.
Immediata la risposta del colosso di Mountain View, che si è messo a disposizione del commissario australiano per chiarimenti e aggiornamenti sul caso. Le autorità francesi hanno recentemente chiesto a Google di lasciare intatti i dati, per facilitare tutte le indagini necessarie.
Mauro Vecchio