Street View o non Street View. Continua il dilemma delle autorità dei Paesi europei (e degli Stati Uniti, del Canada e della Corea del Sud) preoccupate per la privacy forse minacciata dalle macchine di Google addette alla raccolta di foto e dati sulle reti WiFi. Ora è protagonista è la Spagna, dove le indagini avviate da due mesi sono entrate nel vivo .
Dopo l’annuncio del prossimo esordio del servizio in Germania (e le accortezze assunte da Google, come la rimozione di volti e targhe e la spiegazione su come chiedere la rimozione della propria abitazione dalle immagini), ora sono le autorità spagnole a convocare BigG , che dovrà presentarsi davanti al giudice Raquel Fernandino entro il 4 ottobre.
L’ipotesi di reato su cui sta proseguendo l’indagine spagnola è la violazione dell’articolo 197 del codice penale che riguarda le intercettazioni, e la cui pena prevista commina fino ad un massimo di quattro anni di galera.
A preoccupare Mountain View, in particolare, il fatto che Artemi Rallo, direttore dell’authority spagnola, l’ Agencia Espanola de Proteccion de Datos , abbia chiesto in un intervista che Google consegni gli hard disk originali in cui sono contenuti i dati relativi al WiFi raccolti con le auto di Street View.
I commenti dei portavoce di Mountain View esprimono anche in questo caso l’intenzione di offrire la massima collaborazione alle indagini e cancellare dai dati raccolti per Street View tutti quelli che le autorità non riterranno congrui con la normativa nazionale sulla privacy, così come già fatto in Germania, Irlanda, Danimarca e Austria .
Claudio Tamburrino