Sono sempre più le realtà che decidono di “aderire” al circuito di pagamento Bitcoin. Ma al contempo si iniziano a creare anche le prime fratture. E proprio in questi giorni ha dichiarato di sospendere i rapporti con la cripto moneta , l’irlandese Stripe . La notizia fa parlare di sé in quanto l’ azienda in questione è una multinazionale operante in 25 Paesi che si occupa proprio di infrastruttura, piattaforme nonché gestione dei pagamenti elettronici attraverso internet . Non stiamo quindi parlando di un esercente che decide di non accettare più la moneta virtuale, quanto piuttosto di una ipotetica minaccia per BitCoin stessa che rischia di perdere appeal e opportunità di crescita commerciale. Tra i motivi della scelta vi sarebbero la volabilità, lunghi tempi per effettuare le transazioni online , oltre che un aumento delle fee aumentate di pari passo con l’ impennata che recentemente ha vissuto la moneta.
Tom Karlo di Stripe, sottolinea come BitCoin si sia evoluta nel tempo come un asset piuttosto che come una semplice alternativa ai metodi di pagamento tradizionali. Questa sua evoluzione non è stata accompagnata da altrettanta rapidità di risoluzione delle transazioni. Ad oggi si paga lo scotto di una forte lentezza rispetto ad altri metodi digitali sempre più immediati e in tempo reale e costi di transazioni molto elevati . Sarebbero questi i motivi per cui la moneta non è più sostenibile all’interno delle piattaforme di Stripe (a dimostrazione di ciò vi sarebbe un trend in forte calo nei pagamenti con la cripto moneta).
Stripe, che ha creduto in BitCoin fin dal 2014, quando il suo valore si attestava sui 1000 dollari, ha fatto sapere di sospendere la sua accettazione a partire dal 23 aprile , pur continuando a credere nell’evoluzione ed imposizione del concetto di cripto moneta. “La nostra speranza era che Bitcoin potesse diventare un substrato universale e decentralizzato per le transazioni online aiutando i nostri clienti a consentire agli acquirenti in luoghi che avevano una minore penetrazione della carta di credito o casi in cui le commissioni sulle carte di credito erano proibitive” – si legge su un articolo dedicato sul blog di Stripe, che prosegue – “abbiamo visto calare il desiderio dei nostri clienti di accettare il Bitcoin. E per quanto riguarda le aziende che accettano Bitcoin su Stripe, abbiamo visto i loro ricavi associati a questa moneta declinare sostanzialmente”. Da qui l’inevitabile decisione.
È curioso constatare l’inizio di una potenziale inversione di marcia, proprio nel momento in cui si respira nell’aria il sentore che le banche internazionali siano interessate a trattare BitCoin . Qualora questa apertura dovesse effettivamente realizzarsi, scontrandosi con articolate valutazioni delle condizioni di mercato e avverse condizioni legislative, non è detto che sarà a favore di BitCoin. Se la decisione di Stripe dovesse essere condivisa da altre piattaforme dello stesso tipo potrebbe essere decretata la fine dell’espansione di BitCoin. Una disfatta verso l’auspicata conquista del mercato dei pagamenti di massa. Ma gli analisti guardano già con interesse all’evoluzione di “concorrenti” come Lightning, OmiseGO, Ethereum, Stellar e Litecoin che seppur meno noti potrebbero risolvere il problema della lentezza, costo delle transazioni piuttosto che i costi energetici esorbitanti che caratterizzano BitCoin.