Dalla chiusura dei canali di Wikileaks, numerosi attivisti e giornalisti hanno tentato di replicare quei meccanismi in stile Dropbox che permettono l’invio anonimo di messaggi o documenti alle redazioni dei principali quotidiani del mondo. Dopo i discussi esperimenti di Al Jazeera e del Wall Street Journal , i vertici editoriali del periodico statunitense New Yorker hanno annunciato l’apertura di Strongbox , piattaforma open source per il rilascio anonimo di informazioni a prova di sorveglianza.
Progettato dal compianto hacker Aaron Swartz – con la preziosa collaborazione dell’editor investigativo di Wired Kevin Poulsen insieme a James Dolan, esperto in sicurezza informatica – Strongbox si basa sull’architettura a codice aperto DeadDrop , applicazione server che gestisce sotto licenza GNU un sistema simile a quello del più celebre Dropbox, permettendo a chiunque di inviare materiale a tutte quelle organizzazioni giornalistiche che decideranno di adottarlo per la raccolta di leak .
A differenza dei metodi tradizionali per l’invio di informazioni e documenti, Strongbox non permette ai destinatari di un determinato messaggio di individuarne la fonte o la provenienza. I vari tipster hanno accesso alla rete Tor – lo stesso Swartz aveva lavorato ad uno strumento anonimizzatore chiamato Tor2Web – per caricare file cifrati con un alias generato in maniera del tutto casuale . Tutto il materiale caricato sui server di DeadDrop sarà totalmente estraneo alla rete informatica dell’utente spifferone.
Toccherà poi alle singole redazioni il compito di controllare periodicamente le cartelle di Strongbox per ricevere i contenuti attraverso lo scaricamento su flash drive da un laptop connesso ad una rete VPN . La rivista statunitense New Yorker è la prima ad annunciare l’adozione del progetto di Swartz e Poulsen, che ha ricordato il suo amico in un toccante editoriale .
Mauro Vecchio