L’impianto nucleare di Bushehr è ancora fermo, ma la cosa non dipende dal worm Stuxnet né dalla proliferazione dell’infezione sui computer della centrale. A sostenerlo sono le autorità iraniane, che respingono l’ipotesi secondo cui l’avvio della produzione di energia sia stato rimandato a causa della nuova minaccia informatica .
Sono settimane che Stuxnet sta facendo furore fuori e dentro i confini iraniani, con le stesse autorità del paese mediorientale costrette a confermare la proliferazione insolitamente alta del malware nel paese (30mila diversi indirizzi IP coinvolti) e la sua presenza sui computer della centrale di Bushehr.
L’impianto avrebbe dovuto avviare la sua produzione di energia elettrica entro novembre, ma i piani pare siano slittati agli inizi del 2011. Tuttavia le autorità escludono il coinvolgimento di Stuxnet in questo ritardo, chiamando piuttosto in causa “una piccola falla” nella vasca vicina al reattore che è stata prontamente individuata e riparata .
In precedenza l’Iran ha confermato la presenza di Stuxnet all’interno dei sistemi informatici della centrale, ma si è trattato – hanno detto le autorità – di sistemi non vitali e comunque non connessi ai macchinari di controllo di Bushehr. I PC Windows sono stati ora completamente ripuliti, dicono i responsabili.
Alfonso Maruccia